Le parole logore della contemporaneità

By 23 Febbraio 2023Cultura, Curiosità, Dall'Italia

«Fedez continua a fare battute infelici su Emanuela Orlandi… Moni Ovadia si scaglia contro l’invito di Zelensky a Sanremo… Il senatore Lucio Malan: “Fiocchi che imbiancano la città. Il riscaldamento globale non perdona”. Ogni giorno registriamo ingiurie al silenzio»: è tranchant il parere di Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere, in relazione ai commenti in libertà sentiti negli ultimi tempi.

«Tutti hanno accesso alla parola, e non è stata una conquista facile», concede Grasso, aggiungendo che «una volta acquisito il diritto, però, lo si è svuotato di valore». Nell’affollato contesto mediatico attuale c’è un altro dettaglio a colpire, «è venuta meno la passione per la verità: tanto nessuno più chiede conto di quello che si dice». Una considerazione che porta grasso a citare la Bibbia: «“Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle”», riporta il critico. «Con sorprendente “modernità” l’Ecclesiaste (1, 8) – commenta – coglieva nel segno uno dei punti deboli della comunicazione umana giunta oggi, come non mai, alla sua fase parodica».

Da notare, a margine, che la traduzione di Ecclesiaste usata da Aldo Grasso non si basa sulle principali versioni evangeliche (come suggerirebbe l’utilizzo del termine Ecclesiaste al posto di Qoelet) ma riecheggia, peraltro rimaneggiandola, la versione Cei (testualmente: “Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo”).

foto: corriere.it

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