Matteo, la disfida del capitolo “ritrovato”

By 9 Giugno 2023Cultura, Curiosità, Focus

In quest’ultimo periodo numerose testate si sono sbizzarrite parlando del ritrovamento di un “nuovo capitolo” del Vangelo di Matteo. Si è parlato di un “capitolo nascosto, a lungo perduto” e qualcuno – sulla scia di Dan Brown – si è spinto addirittura ad annunciare la scoperta di un “capitolo segreto”. Lo scoop vacilla già in partenza, quando si scopre che il “frammento di manoscritto portato alla luce… rivela una sezione del Vangelo di Matteo”, da 11,30 a 12,26. Quindi non un vero e proprio capitolo, ma una porzione di testo. Il buonsenso del lettore – che spesso risulta superiore a quello di certi redattori – lo avrà portato a chiedersi come fa un testo “segreto” e “perduto” ad avere una numerazione così familiare, dato che quella pericope esiste in tutte le Bibbie (racconta il confronto di Gesù con i farisei).

Andando a leggere gli articoli ci si rende conto di quanto i titoli siano fuorvianti. No, non c’è nessun capitolo segreto, dimenticato, ritrovato: il Vangelo di Matteo rimane quello di sempre. La scoperta è clamorosa solo per gli studiosi e richiede una piccola premessa a beneficio di chi non ha mai avuto da fare con i testi antichi.

Presso la Biblioteca apostolica vaticana sono conservate miriadi di pergamene di ogni epoca. Le pergamene, prima dell’utilizzo della carta, erano merce rara e costosa, per cui non era raro che venissero utilizzate più volte, secolo dopo secolo, cancellando il testo precedente: alle pergamene trattate in questo modo viene attribuito il nome tecnico di “palinsesti”, supporti utilizzati una seconda e a volte perfino una terza volta.

Ogni tanto capita che queste pergamene offrano qualche sorpresa, soprattutto quando vengono analizzate con il supporto delle nuove tecnologie: è così che uno studioso austriaco, Grigory Kessel, prendendo in esame un testo del X secolo compilato in greco da uno scrivano georgiano, grazie alla scansione a raggi ultravioletti ha individuato tra le righe (letteralmente) un testo più antico, una pagina del Vangelo di Matteo su cui compariva appunto la prima parte del capitolo 12 vergata in siriaco antico, probabilmente parte di un antico volume composto da 160 pagine, smembrato e riutilizzato nel corso dei secoli.

La rarità del ritrovamento consiste nel fatto che le traduzioni in siriaco antico sono davvero poco comuni, tanto che solo due manoscritti in quella lingua sono giunti fino a noi, offrendoci peraltro alcune varianti rispetto alle versioni greche in nostro possesso. Se pensate a chissà quali sviluppi, però, rimarrete delusi: pare che la pagina ritrovata non porti nessuna novità particolare rispetto alle due precedenti raccolte in siriaco già note agli studiosi.

Certo, messa in questo modo la notizia suona molto meno clamorosa – sempre se non siete appassionati di filologia, naturalmente – e i titoli degli articoli, se fossero stati onesti, si sarebbero rivelati molto meno adatti ad accalappiare lettori in cerca di rivelazioni inesistenti.

foto: avvenire.it – immagine a raggi ultravioletti con il testo in siriaco del vangelo di Matteo dal codice Vat. iber. 4 della Biblioteca Apostolica Vaticana

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