
«All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. […] A questo mistero la matematica ci avvicina, pur senza penetrarlo»: così recita l’incipit del secondo problema di matematica assegnato come prova scritta a coloro che si cimentano negli esami per la maturità scientifica. La citazione è tratta dalle riflessioni di uno tra i più noti matematici italiani, Ennio De Giorgi (1928-1996).
In realtà, parafrasando De Giorgi, in questo caso il mistero non è all’inizio e alla fine, ma al centro: diverse testate si sono infatti interrogate sulla parte espunta dal Ministero e, dopo una rapida ricerca, hanno scoperto che la frase completa suona così: «All’inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, pur senza penetrarlo».
Considerato il senso dell’inciso, qualcuno ha avuto buon gioco a parlare di “citazione censurata”: «il ministero ha deciso di togliere la parola “Dio” nella proposta ai maturandi», ha scritto il Fatto.
Non sappiamo se la decisione di eliminare quella parte della frase sia stata dettata da ragioni di sintesi o, come suggerisce Repubblica, sia stata presa per non dare indizi agli esaminandi; sia come sia, è quantomeno curioso che in questi tempi rovesciati (absit iniuria verbis) un quotidiano progressista critichi il governo di destra per aver fatto una scelta all’insegna del politicamente corretto.
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