
Il settimanale Riforma ricorda la figura di Luciano Pradolin, partigiano evangelico friulano, membro della chiesa valdese di Tramonti di sopra (PN); Pradolin, scrive Riforma, «aveva abbracciato sempre più le idee antifasciste e, convinto che il credente sia chiamato da Dio a un impegno civile nella società, dopo l’8 settembre 1943, responsabilmente, scelse di diventare un partigiano».
A seguito di questa decisione, «assieme al fratello Guglielmo e Armando Facchin, anche loro valdesi, e altri, costituì il Battaglione Val Meduna, delle formazioni Osoppo-Friuli, diventandone il comandante»; dopo aver perso gli amici in battaglia, «nel gennaio del 1945 fu arrestato e l’11 febbraio 1945 condannato a morte e fucilato».
Le ultime testimonianze della sua esistenza rimangono – come per molti partigiani caduti durante la guerra – nelle lettere ai familiari. «Unica cosa che mi sostiene è la fede in Dio e la sicurezza che la mia coscienza è pura e il mio ideale è sacro», scrive Pradolin alla sorella. Mentre alla mamma, ormai rassegnato al suo destino, rivolge parole ancora più profonde e toccanti: «in realtà mi dispiace lasciare la vita, particolarmente ora che avevo capito il grande significato».
foto: riforma.it