Storia e fede sulla via di Damasco

By 6 Giugno 2025Cultura

Damasco, città carica di storia e rovine, di splendore e distruzione: interessante, su Repubblica, la panoramica essenziale proposta da Marco di Branco sulla storia dell’attuale capitale della Siria, tornata agli onori delle cronache in seguito alla caduta di Assad ma la cui storia si perde nella notte dei tempi. Di Branco ricorda le parole del profeta Isaia: «Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città, diverrà un cumulo di rovine. / Le sue borgate saranno abbandonate per sempre; saranno pascolo dei greggi / che vi riposeranno senza esserne scacciati».

Conquistata dal faraone Tuthmosis III quindici secoli prima di Cristo, fu capitale del paese di Aram prima di venire presa dal re Davide e persa da suo figlio Salomone, venire occupata dagli Assiri; incrociò Alessandro Magno e poi Roma, e nel frattempo «era comparso il cristianesimo: folgorato sulla via di Damasco, Paolo di Tarso si converte, è battezzato dal vescovo Anania in un luogo che ancora oggi è possibile visitare presso le mura orientali della Città Vecchia e dà inizio alla sua missione evangelizzatrice», spiega di Branco.

Sei secoli dopo sarebbe stata la volta degli islamici, poi dei bizantini e di nuovo dei sultani; seguì, in tempi più recenti, il mandato coloniale e, ormai nel 1946, l’indipendenza. Un percorso travagliato e un presente che, a quanto pare, «continua ancora oggi a condizionare irrimediabilmente la storia del mondo arabo».

foto: repubblica.it

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