Valditara e la Bibbia tra i banchi di scuola

By 30 Gennaio 2025Cultura, Dall'Italia

Una scuola tutta nuova, con una forte connotazione identitaria, dove la storia e la geografia tornano ad avere un peso specifico, il latino ritrova lo smalto perduto da decenni, si rispolverano le poesie a memoria e dove entra ufficialmente, un po’ a sorpresa, la Bibbia a titolo di testo base della cultura occidentale. Inevitabilmente la dichiarazione del ministro Valditara ha sollevato reazioni forti da parte di chi considera il gesto un’involuzione, un ritorno al passato, un’idea nostalgica della scuola, una politica reazionaria, una deriva teologica e ideologica.

Della questione si potrà parlare e riparlare ancora a lungo, dato che la notizia riguarda finora un semplice decreto presentato in Consiglio dei ministri: tecnicamente si tratta delle Nuove indicazioni nazionali, ossia – nel consueto linguaggio involuto di una burocrazia scolastica ridotta a DAD, MAD e ATA – i nuovi programmi per il primo ciclo scolastico, ossia per quelli che una volta erano asilo, elementari e medie; inoltre, come ricorda il Post, «le indicazioni nazionali non hanno un valore prescrittivo, dettano più che altro una linea: i singoli istituti hanno poi un certo margine di flessibilità per decidere come strutturare gli insegnamenti».

Va aggiunto che non è stato Valditara a citare la Bibbia, ma la sottosegretaria Paola Frassinetti, secondo cui nelle primarie le Sacre Scritture avranno cittadinanza in quanto hanno ispirato «numerose opere di letteratura, musica, pittura… influenzando il patrimonio culturale di molte civiltà».

La Bibbia insomma è entrata di soppiatto nel dibattito ma ha preso presto il centro della scena, confermandosi un testo fondamentale ma divisivo. Che poi, va da sé, molto dipenderà dal metodo e dai contenuti dell’insegnamento, come ricorda con la consueta sobrietà Mattia Feltri: se verrà inquadrata come l’ora di dottrina del tempo che fu, «facciamone anche a meno», sospira. Se invece parliamo «dell’introduzione al libro su cui si basano la civiltà ebraica e quella cristiana, da cui prende spunto la civiltà islamica, di cui si stima che nella storia ne siano state diffuse fra i cinque e i sette miliardi di copie, di cui ogni anno se ne vendono o distribuiscono decine di milioni, tradotto in circa mille e cinquecento lingue, che è il più antico e condiviso ritratto dell’umanità nel suo rapporto con Dio, con la famiglia, con il bene e il male, con l’amico e il nemico, con la ricchezza e la povertà, con l’amore e con il sesso, con la vita e con la morte, ecco, se è questo, non è mai troppo tardi».

Feltri, a margine, trova il tempo per rievocare un interessante ricordo d’infanzia: «Quanto a me, sarò sempre grato a mia madre quando mi risparmiò la messa alla domenica, purché per un’ora leggessi la Bibbia. E così ne ho letta un bel po’, e ancora oggi penso sia una lettura sublime e necessaria, e non soltanto se si è credenti».

foto: ilpost.it

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