
Quando si dice veder lontano: «Questo sciocco vuole ribaltare tutta l’arte dell’astronomia. Tuttavia, come ci dice la Sacra Scrittura, è al Sole che Giosuè ordinò di fermarsi, non alla Terra»: Martin Lutero apostrofava in questo modo Niccolò Copernico. Lo ricorda Luigi Gaetani su Repubblica nell’anniversario della nascita dell’astronomo polacco (era il 19 febbraio 1473).
Copernico, con il suo trattato De revolutionibus orbium coelestium ribaltò la prospettiva (e proprio per questo da cinquecento anni è proverbiale il riferimento alla rivoluzione copernicana), inaugurando una visione eliocentrica; «aveva ragione lui, ma all’epoca fu aspramente criticato», rileva Gaetani, «anche se fu abbastanza accorto da non farsi condannare al rogo».
foto: Jan Matejko, Copernico conversa con Dio (1872), dipinto conservato presso l’Università Jagellonica di Cracovia