Evangelici per Israele, bilancio del raduno

By 11 Dicembre 2003Dall'Italia

PADOVA – Si è chiuso con un bilancio ampiamente positivo il secondo raduno annuale di Evangelici d’Italia per Israele, tenutosi a Frascati (RM) dal 6 all’8 dicembre. L’associazione, in poco più di un anno di vita, ha avuto modo di farsi conoscere e apprezzare sia dalle chiese, sia dalla rappresentanza diplomatica israeliana, che attraverso il console generale ha fatto sapere di aver seguito con attenzione l’attività della neonata realtà.

Al raduno era presente come ospite d’onore Daniel Gal, già console generale di Israele a Milano, che conosce bene il mondo evangelico internazionale avendo svolto il suo incarico in Canada, Singapore e Costarica. Una persona che tra l’altro attualmente in Israele nel tempo libero si mette a disposizione per servire nelle mense per i poveri.
E proprio ai poveri di Gerusalemme è stata devoluta l’offerta raccolta nei tre giorni di raduno.

Come ha raccontato stamane Ivan Basana, responsabile organizzativo di Evangelici d’Italia per Israele, al microfono di crc.fm – Circuito radio cristiane: «Oltre al contatto sul piano diplomatico, Evangelici d’Italia per Israele è impegnata anche sul piano dottrinale e teologico: siamo nati in un momento storico importante, quando una nuova forma di antisemitismo sta attraversando l’Europa; come evangelici abbiamo un grande cuore per Israele, e capiamo di dover comprendere il cristianesimo in una prospettiva ebraica, che si è persa nei secoli.
Proprio a causa di questa assenza si è sviluppata nei secoli la cosiddetta “teologia della sostituzione”, dove la chiesa cristiana si è impossessata delle profezie su Israele: una concezione che ha portato a un antisemitismo latente, fino alla Shoah del Novecento, sviluppatosi proprio in una società “cristiana”. Il nostro scopo è quello di dare alla chiesa italiana informazioni importanti, leggendo la Bibbia alla luce non di valori nuovi, ma semplicemente riscoperti».

Apprezzato l’intervento al Raduno di Ramon Bennett, noto conferenziere internazionale (e unico oratore straniero), e di Rinaldo Diprose, insegnante all’IBEI di Roma, autore del recente volume “L’Israele di Dio”, che ha parlato degli effetti della teologia della sostituzione.

«Il bilancio finale del raduno è andato al di là delle più rosse previsioni – conclude Basana -: la sala, che conteneva circa duecento persone, era non solo piena, ma c’era anche gente in piedi. In certe sessioni, addirittura, alcune chiese venute da Roma e dintorni hanno dovuto rinunciare a restare per mancanza di spazio».
E lancia una sfida: «Per i prossimi incontri puntiamo a un migliaio di partecipanti: si sente nell’ambiente un bisogno diffuso di conoscere il ruolo che Israele ha con la chiesa negli ultimi tempi».

«Ci sono state rivolte accuse di “giudaizzare” – ha chiosato ancora Basana -: non è assolutamente quel che facciamo, noi predichiamo soprattutto Gesù che salva, che è la base della nostra predicazione. Certo, se non risolviamo in noi stessi il “contenzioso spirituale” che riguarda Israele – una situazione legata anche allanoaster cultura e alla forma mentis – cresciamo con una sorta di “deficit immunitario”».

Per informazioni: Evangelici d’Italia per Israele

(fonte: crc.fm)

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