NAPOLI – Una chiesa unita, composta dalle varie comunità, forte nel proclamare e mettere in pratica gli insegnamenti scritturali, coraggiosa nel chiedere allo stato i propri diritti negati da tempo.
Questo è lo scenario emerso dal convegno del Coordinamento delle componenti evangeliche tenutosi il 21 febbraio scorso a Belizzi (SA). «La battaglia sarà dura – preconizza Enrico Sangiovanni, del comitato organizzatore – ma perseverando nella compattezza si potrà arrivare lontani, soltanto con uno spirito unito si riuscirà a raggiungere quegli intenti tante volte decantati e mai portati a termine».
«Non sarà facile il lavoro che si profila all’orizzonte – continua Enrico -, ma alternative non ce ne sono, se vogliamo vedere una chiesa che sappia svolgere la propria parte, anche nelle opere sociali come l’assistenza ai tanti giovani rimasti intrappolati nel tunnel della droga, per non parlare degli alcolisti e famiglie bisognose».
La chiesa napoletana chiede alle autorità governative, e con ragione, più libertà per accedere alle carceri e agli ospedali e portare una parola di libertà e di speranza a chi, in un modo o nell’altro, è ospite di questi luoghi.
«Non dimentichiamo un importante insegnamento biblico – conclude Sangiovanni -: Israele vinceva le sue battaglie quando era unito; il popolo di Dio, per raggiungere gli scopi che si è prefissato in questo appuntamento, deve fare la stessa cosa: abbattere ogni tipo di ostacolo e lavorare fianco a fianco con il proprio fratello».
