POTENZA – È un romanzo sospeso tra scienza e fede a segnare l’esordio letterario di Alessandro Dolce: potentino, classe 1981, ingegnere meccanico «con la passione per i libri e per la scrittura nonché per la matematica e la fisica», Dolce pubblica “Newton contro Dio”, intenso thriller di quasi cinquecento pagine dove formule scientifiche e riferimenti spirituali si alternano, intervallati dagli immancabili momenti di suspense.
Un incidente misterioso e una formula indecifrabile accompagnano, con le loro conseguenze, il protagonista, Natan, giovane ricercatore presso la facoltà di fisica teorica a Seattle, insieme alla collega Luce, biologa, in un alternarsi di introspezione e massimi sistemi. Fino all’epilogo, forse un po’ sbrigativo, ma immancabilmente lieto.
Dolce domina fin troppo bene la materia scientifica (con qualche piccolo affanno, semmai, sul versante medico) e ne infarcisce con passione la stesura, temperandola con l’interessante contrappunto della fede che si percepisce in filigrana («Lo straordinario non era nulla per qualcuno che era riuscito nell’impossibile. E lui conosceva quel qualcuno») e dei numerosi “inspiegabilmente” disseminati, quasi a contrasto, nello sviluppo di un romanzo dove i percorsi del rigore scientifico si intersecano costantemente con i sentieri della spiritualità.
Alessandro Dolce
Newton contro Dio
Dolce, 2013
496 pagg. – 15 euro