Malan: «Incostituzionale la bozza PD sulle nozze gay»

By 22 Giugno 2014Dall'Italia

TORINO – La proposta di legge del senatore Marcucci (PD) sul “matrimonio gay” è «incostituzionale e discriminatoria alla rovescia»: questo il parere del senatore Lucio Malan, rilasciato nei giorni scorsi al quotidiano La Stampa nell’ambito della rubrica “Tre domande a…”.

Si tratta, a parere del parlamentare evangelico piemontese, di una proposta che tra l’altro penalizzerebbe di fatto le coppie eterosessuali, cui viene negata l’opzione di una “unione light”; inoltre la bozza si pone al di fuori del tracciato costituzionale che, come confermato dalla Corte Costituzionale, si riferisce nel suo dettato “alla coppia uomo-donna”.

«Da senatore – precisa Malan a evangelici.net – mi sono limitato alle argomentazioni di carattere civile e costituzionale. Come credente penso che noi evangelici non possiamo che avere della famiglia una visione biblica. Chi pretende che la Bibbia vada “aggiornata” alla luce delle recenti evoluzioni sociali dice una cosa anti-biblica e uno sproposito dal punto di vista storico. Chi vuole “aggiornare” la Bibbia, o non crede che essa sia Parola di Dio e dunque dovrebbe occuparsi d’altro, o vuole mettersi al posto di Dio e sostituire alla “Parola di Dio” la “Parola di Io”!»

«Dal punto di vista storico – prosegue il ragionamento il senatore – è palese che, proprio ai tempi di Gesù, la famiglia era – nel mondo dell’Impero Romano di cui la Terra d’Israele faceva parte – molto più in crisi di oggi. Persino nelle famiglie imperiali, incesti, adulteri, omosessualità, orge e molte altri disordini erano all’ordine del giorno. Ottaviano Augusto tentò di porre un freno a tutto ciò con leggi severe contro l’adulterio, che restarono disapplicate, con poche eccezioni che comportarono ad esempio l’esilio di sua nipote Giulia. Notevole è la legge augustea che impediva alle cittadine romane, di solito vedove, di sposare i giovani schiavi che si prendevano come amanti. La legge fu aggirata da molte donne, anche nobili, che accettarono tranquillamente di farsi classificare come prostitute, per la quali la legge prevedeva una deroga dato che in quanto tali erano quasi equiparate agli schiavi. Qualcuno dice che fra gli Ebrei le cose erano diverse? In parte sì: non per niente gli ebrei sono il popolo scelto da Dio. In parte no: basta vedere cosa accedeva nella famiglia di Erode, che Giovanni Battista stigmatizzò, rimettendoci la testa».

Il testo completo dell’intervista

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