ROMA – La Capitale, da mercoledì pomeriggio, ha la sua Piazza Martin Lutero: alle 17, nel corso di una affollata cerimonia che ha visto la presenza del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e di autorità civili, esponenti protestanti italiani e tedeschi e di un folto pubblico, è stata scoperta la targa che intitola al riformatore tedesco uno spiazzo nel Parco del Colle Oppio, a trecento metri dal Colosseo.
Martin Lutero verrà dunque ricordato anche a Roma, che lo vide ospite per diversi mesi nel 1510, sette anni prima di elaborare le fatidiche 95 Tesi che diedero il via alla Riforma. Tra l’altro Lutero, sulla targa stradale che lo celebra, viene ricordato proprio come “teologo tedesco della Riforma”: una piccola sorpresa rispetto alle anticipazioni di stampa delle settimane scorse, e in qualche modo una risposta alle polemiche di chi riteneva la definizione annunciata inizialmente, “teologo tedesco”, un omaggio troppo generico, vedendoci dietro un improbabile ossequio alla Santa Sede.
A tentare una difesa d’ufficio delle ragioni del Vaticano è stato Fratelli d’Italia, che per bocca di un consigliere municipale ha parlato dell’intitolazione come di un “oltraggio al cattolicesimo” a meno di tre mesi dall’inizio del Giubileo, dimenticando probabilmente la fitta agenda di incontri, dal tono tutt’altro che bellicoso, che papa Bergoglio ha intrapreso dal 2014 con le chiese evangeliche e protestanti; sul fronte opposto Sinistra Ecologia Libertà ha promosso invece l’iniziativa come “un contributo al dialogo interreligioso”.
A mettere un punto alla questione politica è stato lo stesso sindaco Marino, che a margine della cerimonia, parlando con i giornalisti, ha citato Einstein: «È più facile frantumare un atomo che frantumare un pregiudizio. Be’, noi oggi abbiamo frantumato dei pregiudizi».
