Dalla Finlandia un monito sul ddl Zan

By 20 Luglio 2021Dall'Italia, Focus

Mentre al Senato il ddl Zan prosegue il suo iter tra le polemiche – durante la prima discussione sul disegno di legge Palazzo Madama non ha vissuto momenti di particolare sobrietà – Filippo Vari su Avvenire mette in guardia sui rischi insiti nella normativa e in particolare sul pericolo di lasciare che siano i magistrati, con piena discrezionalità, a circoscrivere i reati, «come se un’indagine e un processo a carico non fossero già una forma di pena e come se non esistesse uno Stato di diritto, in virtù del quale il legislatore ha il dovere di rendere note a tutti, ex ante, le fattispecie di reato».

Vari cita il caso della parlamentare finlandese Päivi Räsänen, «moglie di un pastore protestante e ministro dell’Interno fino al 2016», incriminata per aver pubblicato un volume intitolato “Maschio e femmina li creò”, in cui «esprime idee fortemente contrarie all’omosessualità, ma senza incitare all’uso della violenza»; Räsänen in seguito ha pubblicato un tweet in cui chiedeva «come faccia la Chiesa luterana ad appoggiare il gay pride locale» e infine, in un’intervista, ha parlato «dei rapporti omosessuali e di quelli prematrimoniali qualificandoli in termini di “peccato“». Quindi, conclude Vari, per «manifestazioni del pensiero prive di legame con la violenza e non lesive della dignità di alcuna persona, in virtù di una normativa simile a quella prevista nel ddl Zan, una deputata finlandese è sotto accusa».

foto: ilmessaggero.it

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