Ultime schermaglie, che ormai profumano di vacanze, sul ddl Zan: secondo l’ex deputato Mario Sberna la normativa si propone «fermamente di vincere la sfida antropologica, rendendo assoluta e indiscutibile la percezione del singolo ed esigendo che a tale percezione corrisponda una norma giuridica che la sancisca. È l’apoteosi di individualismo, edonismo, egocentrismo, libertinismo. Farsi dio a se stessi… Sembra un film sul futuro distopico e invece è oggi: desidero dunque sono, dunque esigo». Questo, secondo Sberna, il vero obiettivo del ddl Zan, mentre «l’omofobia e la transfobia – di cui sono vittime miseri e derelitti – sono diventate solo una foglia di fico». Oltretutto la prospettiva sul problema, pare voler intendere l’estensore, è falsata: a Brescia, segnala, “sono aperte 500 pratiche per violenza sulle donne” e zero per “cause inerenti violenza su persone lgbtq+”.
Ma non solo. Negli ultimi dieci anni, ricorda Sberna, «il Parlamento italiano ha legiferato su due sole leggi di propria iniziativa»: le unioni civili e il testamento biologico. «Se passasse questa, sarebbe la terza. In 10 anni, solo tre leggi “proprie” del Parlamento, il potere legislativo, e tutte in fondo nel segno della percezione e dell’individualismo più che della civiltà e della comunità».