È un Roberto Vecchioni intimo e a tratti commovente quello che, sul Corriere, si confessa con Walter Veltroni parlando di sé, della sua arte, della vita, della morte e, non ultimo, della fede. Tra i due momenti più belli della vita il cantautore annovera, a sorpresa, «aver capito, finalmente, la possibilità che esista Dio. Non l’avevo capita né quando ero sulle barricate all’università, né dopo, per tutto il tempo che ho vissuto».
Una consapevolezza nata dal confronto con altre persone – Vecchioni cita monsignor Ravasi – ma anche la riflessione sulla realtà: «ragionando sull’umiltà degli umani, sulle sconfitte e le sofferenze, sulle ingiustizie subite, sul male che c’è nel mondo e che spesso ci domina, mi sono detto che non può non esserci una contropartita. Deve esserci qualcosa, perché non può finire così».
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