Alla recente tornata elettorale che ha interessato due Regioni di peso, l’Umbria e l’Emilia Romagna, i risultati hanno visto il successo dei candidati di centrosinistra, un risultato enfatizzato – com’è normale – dai vincitori e minimizzato dagli sconfitti.
In Emilia Romagna, in fondo, la vera notizia sarebbe stata la vittoria del centrodestra in una Regione storicamente rossa, mentre un dettaglio interessante emerge dalla sfida umbra, che peraltro vedeva confrontarsi due donne: da un lato Donatella Tesei, presidente uscente, espressione della Lega; dall’altro Stefania Proietti, sindaco di Assisi (che, alla fine, ha vinto con poco più del 50% dei voti).
L’aspetto più curioso della contesa elettorale è il profilo della vincitrice, candidata dall’area progressista ma portatrice di un approccio quanto mai lontano dai cliché di sinistra: il Corriere rileva che ha vinto «l’indipendente Stefy, l’ultracattolica Stefy, una che ha il Cantico delle creature nel programma elettorale, si telefona regolarmente con il cardinal Zuppi e si scrive con papa Francesco: e in effetti è davvero oggettivamente piuttosto clamoroso e paradossale che è grazie a una candidata così se l’Umbria, dopo cinque anni, torna a essere di un rosso antico, addirittura vintage».
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