
Gli adolescenti, il loro disagio e i gesti sconsiderati che a volte ne scaturiscono sono al centro dell’attenzione di commentatori, psicologi, terapeuti, docenti, soprattutto dopo la raffica di drammi che ha attraversato l’Italia nelle scorse settimane. Eppure, forse, l’emergenza non riguarda solo i giovanissimi, perché dietro a ogni adolescente ci sono, di norma, almeno un paio di adulti.
Parliamo spesso dei teenager, ma alla fine, rileva Michele Serra su Repubblica, «non mi sembra che il sindaco di Terni, Bandecchi, che sputa acqua in faccia a un cittadino che non gli garba, sia un adolescente». Né lo è l’ex ministro invischiato in un pasticcio delle relazioni pericolose che lo ha portato a un congedo precoce dalla guida del suo dicastero: «e stiamo parlando, fin qui, della cosiddetta classe dirigente… delle persone che, per prime, dovrebbero dare esempio di responsabilità, autocontrollo, dignità e stile, ammesso che quest’ultima parola, in quella Burinolandia che sta diventando l’Italia, sia ancora pronunciabile».
Non era adolescente nemmeno «il padre di famiglia americano che ha regalato al figlio dodicenne, per Natale, un’arma da guerra con la quale ha fulminato, il ragazzino, un po’ di compagni di scuola. Non è adolescente lo stagionato capo ultras che ha accoppato un rivale».
Una sfilza di esempi, conclude Serra, «per dire che è del disagio degli adulti, forse, che si dovrebbe parlare in primo luogo. Se i famosi “no”, che nessuno osa più pronunciare con i figli, non vengono più pronunciati nemmeno nei confronti degli adulti, che pure dovrebbero essere ben più responsabili, e ben più esperti della vita, che senso ha invocare maggiore rigore con i minori?».
foto: Alex Green