Via Toledo è una strada di Napoli dove residenti e turisti si riversano dando vita a un pittoresco via vai; ad aggiungere un tocco di colore, nei giorni scorsi, è stata una chiesa evangelica partenopea, intercettata dai cronisti del Corriere del Mezzogiorno.
La comunità, guidata da un pastore “sessantenne alto e robusto dai lunghi capelli e dalla barba bianca” torna “dopo alcuni mesi di assenza” e dà vita a “un piccolo corteo di persone che non passano certo inosservate”. Il motivo è presto detto: «un po’ per il fracasso che fanno durante le loro iniziative, con musica ad alto volume alternata a discorsi a tratti incomprensibili, un po’ per l’abbigliamento che una parte di questi predicatori sfoggia sulla pubblica via».
Il resoconto abbonda di colore locale: accanto al pastore «cammina una donna che indossa una tuta completamente leopardata, di quelle molto in voga soprattutto nei quartieri popolari, come ai Quartieri Spagnoli, dove i predicatori hanno sede»; i partecipanti, che il giornale chiama indistintamente “predicatori”, si alternano «provando a “evangelizzare” i passanti che incrociano per strada»; tra i presenti ci sono anche ragazze con «il capo coperto con un velo bianco come quello indossato, secondo la tradizione, dalla Vergine Maria durante la nascita di Cristo», spiega con un volo di fantasia il cronista.
Di certo è difficile dubitare invece di un altro dato, il fatto che «è proprio Gesù il nome che insieme a “Dio” più ricorre nelle loro prediche», e a dire il vero non si fatica nemmeno a credere che nei sermoni «l’italiano si mischia al dialetto napoletano, scatenando a volte la divertita reazione di chi ascolta. Nei loro discorsi a finire sotto tiro spesso è la Chiesa cattolica».
La scena evidentemente trascende nel folklore, se «i più incuriositi da queste insolite performance» sono soprattutto gli stranieri, «che non riuscendo a comprendere il significato di queste prediche spesso confondono l’azione evangelizzatrice di questi predicatori con uno spettacolo di strada».
foto: corriere.it