Razzismo e giustizia: i “vasi d’ira” di Paolo

By 26 Settembre 2024Dall'Italia

Francesco Merlo, battagliero come sempre, critica su Repubblica “la giustiziera di Viareggio”, ossia la donna che ha investito uno scippatore con il suo suv per recuperare il maltolto; se la prende con la donna ma anche con chi la giustifica, politici e media che «hanno identificato l’assassina con l’Italia “per bene” spaventata e arrabbiata e l’assassinato con gli immigrati per male, gli odiati clandestini».

Ovviamente, rileva Merlo, «non si può ragionare per categorie: gli immigrati non sono tutti responsabili dello scippo e della rapina commessi da quel singolo immigrato, da Said», che a propria volta «è stato ucciso da una persona e non da una classe sociale». Semmai «è il razzismo a pretendere che nell’immigrazione non si distinguano le persone, ma le si percepiscano come una massa indistinta, senza differenza, direbbe San Paolo, tra “vasi d’ira” e “vasi di misericordia”, tra buoni e cattivi, tra innocenti e colpevoli».

Com’è giusto, conclude Merlo, la donna pagherà quindi «per l’omicidio volontario che ha stroncato una singola vita». Che “non è uguale a nessun’altra vita” anche se le rappresenta tutte.

foto: repubblica.it

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