Vaticano, il presepe della discordia

By 26 Dicembre 2024Dall'Italia, Focus

Il presepe, si sa, può essere apprezzato o provocare allergia teologica. Di norma non si tratta di una rappresentazione realistica, ma di una proiezione di personaggi, contesti, avvenimenti tra i più vari, in un accrocchio suggestivo ma anacronistico e, va da sé, poco attinente a quanto raccontato dai Vangeli.

Però, se aggiungere mandriani, lavandaie e zampognari può dare un tocco caratteristico alla scena, diverso è volerle attribuire un messaggio politico, tanto più se contrario al senso della vicenda rappresentata. Com’è capitato, tra numerose polemiche, per un presepe allestito in Vaticano, dove il bambinello è stato adagiato su una kefiah, lo scialle palestinese assurto a simbolo dell’intifada.

A scandalizzarsi per l’ardire è stata perfino la comunità ebraica, normalmente non troppo interessata a simboli e riti di origine cristiana: «La palestinizzazione dell’ebreo Gesù non è una novità in ambito ecclesiastico e stavolta assume una tinta particolarmente inquietante perché il Papa la ha inserita in un momento in cui registriamo difficoltà su tanti fronti nelle relazioni», ha sostenuto il rabbino capo di Genova, aggiungendo che «è un altro passo per privarlo della sua identità storica di appartenenza». Inoltre risulta un gesto che «non aiuta a fermare l’antisemitismo».

Di recente i media hanno segnalato che dalla scena in questione sono scomparsi il bambinello e la relativa greppia. Niente di strano per il primo, che come da tradizione riapparirà la notte di Natale; forse un moto di tardivo buonsenso ha convinto i diretti interessati a far sparire nel contempo anche la culla, per evitare che lo scialle bicolore si prendesse tutta la scena.

foto: ansa.it

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