
Dopo due fumate nere i cardinali hanno eletto il nuovo papa: a guidare la chiesa cattolica sarà Robert Francis Prevost, che ha deciso di assumere il nome di Leone XIV. L’annuncio, come noto, è arrivato poco dopo le 19 di giovedì dal cardinale protodiacono con la consueta formula.
Prevost, statunitense, agostiniano, ha 69 anni e gode di un’ampia esperienza missionaria: ha trascorso vent’anni in Perù, sul campo, prima di venir chiamato a San Pietro da Bergoglio come responsabile del Dicastero per i vescovi. L’elezione di Leone XIV (si legge “decimoquarto”), con il primo discorso dalla loggia della benedizione, ovviamente è ancora troppo fresca per tracciare un profilo credibile del nuovo papa, ed è meglio diffidare di valutazioni – o, peggio, giudizi – prêt-à-porter: le sue scelte e le sensibilità sui temi caldi di quest’epoca – la complessa geopolitica attuale, la sfida ai valori cristiani, l’evangelizzazione, ma anche il confronto con i laici e con le altre confessioni -, oltre al carisma espositivo e all’accento dottrinale che trasparirà nel corso di omelie e udienze, diranno se il suo ministero sarà in grado di scuotere le coscienze.
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