Traversetolo, due nomi per non dimenticare

By 11 Febbraio 2025Dall'Italia

La sorpresa, il dramma, l’orrore di Traversetolo hanno accompagnato, purtroppo, le cronache estive, accostando il nome di una tranquilla località emiliana a un gesto incomprensibile ed efferato, proprio come in passato era capitato a Cogne, Avetrana, Garlasco e altri nomi che meriterebbero ben altra fama.

I fatti sono stati ripercorsi e analizzati con attenzione perfino morbosa: Chiara, una ventunenne di buona famiglia, partorisce da sola, nel bagno di casa, e – la mente umana non sempre si lascia comprendere – seppellisce il neonato nel giardino di casa. Il corpo verrà ritrovato fortuitamente giorni dopo, mentre la giovane è in vacanza con la famiglia; le successive indagini porteranno al ritrovamento, poco lontano, di un secondo corpicino, sepolto poco più di un anno prima, nella primavera del 2023. La giovane, dopo aver negato in un primo momento ogni addebito, ha ammesso le proprie responsabilità, e a margine della vicenda è emersa una realtà, nel vero senso della parola, incredibile: la ragazza modello, babysitter referenziata, avrebbe portato avanti le gravidanze all’insaputa di tutti, e senza che a nessuno – i familiari, le amiche, il ragazzo – sorgesse il minimo sospetto.

Il dramma ha aperto la strada, sui giornali e sui social, a una serie di ulteriori considerazioni: sul disorientamento di una società che vede ma non guarda, sulla solitudine di una giovane che non può, non vuole o non sa fidarsi di nessuno, e – non ultimo – sul dolore di un giovane che ha scoperto nel modo peggiore la sorte di due figli che nemmeno immaginava di avere.

Se ne riparliamo a distanza di mesi è perché, nell’ambito dell’iter burocratico e giudiziario, nei giorni scorsi per i due mancati genitori è venuto il momento di dare un nome ai due piccoli, un gesto di umanità che permetterà alle due salme di ricevere un funerale e una degna sepoltura. I due neonati che non hanno fatto in tempo a guardare in faccia la vita si chiameranno, si sarebbero chiamati, Angelo Federico e Domenico Matteo.

«Un gesto di umanità in una vicenda che di umano ha ben poco», commenta Caterina Soffici sulla Stampa. «Con quel gesto Samuel ha impresso nei figli qualcosa di immortale, ha voluto donargli almeno un nome con cui essere ricordati, per non scomparire definitivamente nel vuoto delle cronache come i neonati di Traversetolo. Quei nomi li ancorano al mondo, ora esistono davvero, hanno un atto di nascita».

«Non è solo un atto dovuto per le indagini ma una restituzione di dignità. Un gesto di antica ed eterna pietà», commentava, a margine della vicenda, Antonella Mariani su Avvenire. «Nell’Antico Testamento è il nome che “fa” la persona: senza nome, non si esiste. Ora anche i due “corpicini” i “resti umani” di Traversetolo potranno essere chiamati per nome. E dovranno essere considerati persone da tutti». I nomi assegnati e una sepoltura degna «saranno gli unici “riconoscimenti” per i figli di Chiara e per tutti i nascituri – o i neonati, come in questo caso – rimossi dalla coscienza collettiva, vittime collaterali dei drammi degli adulti».

A margine di questi sviluppi, però, rimane il dolore. E di fronte ai tanti interrogativi, ai tanti pensieri, alle tante congetture, «rimane il gesto di Samuel, che ha saputo tutto dopo», ricorda ancora Soffici, «il ragazzo a cui è stato negato anche il diritto di scegliere se diventare padre e che si è preso sulle spalle questo fardello. Ha deciso di sostenerne la gravità, di dare dignità e una identità ai due corpicini». Vite incomprese e spezzate, ma sempre e comunque vite. Ora anche per la legge.

foto: avvenire.it

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