Ripercorrendo la galleria dei giovani che hanno segnato l’ultimo decennio, La Stampa ha dedicato un articolo anche a Joshua Wong, leader delle manifestazioni di protesta andate in scena a Hong Kong e costate al ragazzo tredici mesi e mezzo di carcere.
Carlo Pizzati ricorda che Wong, classe 1996, è un ragazzo ordinario ma motivato, che in mezzo alla protesta ha tirato fuori doti da «grande oratore, ottimo organizzatore e trascinatore di masse giovanili»; leader del Movimento degli ombrelli nel 2014 e portavoce internazionale delle proteste nel 2019, il suo impegno gli è valso la candidatura al Nobel nel 2018. Meno noto è il suo retroterra familiare: Wong «è cresciuto in una famiglia di borghesi luterani molto credenti. Papà Roger (ingegnere informatico in pensione) con l’aiuto di mamma Grace esorta il piccolo Joshua a combattere il “demonio del comunismo”».
E lui, complice l’attitudine alla sfida nei confronti delle autorità, pare non si sia tirato indietro.