Brasile, l’abbraccio letale dei narcos

By 25 Settembre 2022Esteri, Focus

C’è una nuova organizzazione criminale, in Brasile: si chiama Complexo de Israel e sulla sua bandiera campeggia la stella di David. Il cartello, che si occupa di narcotraffico, opera in alcune tra le più grandi favelas di Rio de Janeiro e, riferisce il Post, ha «una forte connotazione religiosa»: aderisce «alle chiese neo pentecostali, cioè chiese evangeliche del cristianesimo protestante diffuse anche in Sudamerica».

Pare che il gruppo sia nato «dall’alleanza tra rivali storici: gruppi paramilitari e organizzazioni di narcos neo pentecostali», che il Post descrive come «conservatori evangelici, ostili a qualsiasi movimento di emancipazione», nonché «molto attivi anche nella campagna elettorale che si sta svolgendo».

Il punto di contatto tra una realtà evangelica e il crimine organizzato sono le carceri brasiliane. «Fin dagli anni Ottanta le chiese evangeliche hanno ampliato le loro attività missionarie all’interno degli istituti di detenzione, convertendo molte persone. Le carceri sono però anche il luogo dove si formano e si consolidano le reti dei narcotrafficanti, e dove sono nate tutte le maggiori organizzazioni di narcos brasiliane… I capi convertiti hanno creato un gruppo chiamato Bonde de Jesus che, inizialmente insediato nel quartiere del Parque Paulista, a nord di Rio de Janeiro, si è poi espanso anche in molte altre zone»; dopo l’alleanza con un gruppo paramilitare, Escritorio do Crime, è nato il Complexo de Israel che «esercita il controllo su decine di migliaia di persone che vivono nelle favelas». Nelle zone sotto il loro controllo, aggiunge la testata, «non esiste più libertà di culto. I membri del Complexo hanno distrutto i templi delle religioni afro-brasiliane Candomblé e Umbanda ed espulso dalle favelas i loro sacerdoti».

Come ha sintetizzato l’analista politica Kristina Hinz, «l’alleanza tra narcotrafficanti, chiese evangeliche e gruppi paramilitari unisce il modus operandi del narcotraffico, che cerca l’espansione nei mercati e nei territori, con un fondamentalismo [integralismo, ndr] religioso che vede i non evangelici come seguaci del diavolo». Un abbraccio letale che non promette niente di buono.

foto: ilpost.it

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