
La maternità surrogata rimane al centro del dibattito su diritti e desideri, genitorialità biologica ed effettiva, tutele legali e scorciatoie giudiziarie. A rinfocolare la polemica è, in questo periodo, una vicenda che dagli Usa rimbalza in Spagna e pone qualche ulteriore dilemma etico. L’attrice iberica Ana Obregon, 68 anni, ha annunciato di essere diventata madre di una bambina ottenuta, appunto, con la pratica dell’utero in affitto. La questione si fa più complessa quando si scopre che la bambina, in realtà, è figlia del figlio della Obregon, Aless Lequio, scomparso tre anni fa a causa di un tumore.
Prima di spirare, Aless aveva espresso il desiderio di “lasciare eredi in questa vita”; la madre, dopo aver pianto il figlio, si è fatta carico di questo desiderio, individuando una donna come madre surrogata e procedendo poi alle pratiche necessarie. La bambina, nata il 20 marzo, è stata poi riconosciuta legalmente dall’attrice, che come tale è diventata, tecnicamente, madre adottiva di sua nipote.
Sulla questione è rimasta perplessa La Stampa: «sembra un incesto, e questo è tutto quello che avrei da dire sulla faccenda», ha commentato telegrafica Assia Neumann Dayan. «E sì, sembra un incesto, perché lei è la madre adottiva e suo figlio è il padre biologico. Sembra, ma non lo è. La percezione delle informazioni che riceviamo è tuttavia rilevante: questo lo rende un incesto?». E se la decisione è frutto del dolore di una madre che ha perso un figlio, «la questione è chi glielo ha permesso. Glielo hanno permesso le leggi, perché quello che ha fatto non è illegale, glielo ha permesso chi le stava intorno, glielo hanno permesso tutti, invece che dirle di non farlo. Ma se una cosa è perfettamente legale, è di conseguenza anche eticamente accettabile?».
Ma la questione va vista anche dalla prospettiva della nuova arrivata. «La bambina è nata orfana di padre, non conoscerà la madre biologica e nemmeno quella che l’ha partorita, e in giovane età sarà anche orfana di madre adottiva, e nonna. Non è un po’ troppo per una persona che non l’ha scelto? Non è un po’ troppo decidere in maniera così precisa il corso della vita di una persona? Io non discuto nemmeno la volontà granitica nel desiderare la stirpe di sangue: è umano, è comune a tutti, è alla base della maternità surrogata e non. È un desiderio difficile da ignorare, per i più progressisti e illuminati rimane incomprensibile, ma per alcuni avere figli è anche questo. Semplicemente, vogliamo qualcuno che ci somigli. Ma chi paga il prezzo?».
foto: avvenire.it