Come previsto dai sondaggi, in Nuova Zelanda le elezioni hanno decretato la vittoria dei conservatori del Partito nazionale, che ottiene il 39% dei consensi. Prossimo primo ministro sarà Christopher Luxon, ex manager della compagnia aerea neozelandese, già parlamentare nella precedente tornata legislativa. Luxon, 53 anni, non ha mai fatto mistero della propria fede evangelica, vissuta nell’ambito di un percorso piuttosto variegato: pare che sia cresciuto in una chiesa battista a Auckland e abbia poi frequentato una comunità presbiteriana in Australia e anglicana in Inghilterra, oltre a gruppi adenominazionali negli USA, in Canada e Nuova Zelanda; a un incontro per giovani ha incontrato anche Amanda, la donna che sarebbe diventata sua moglie. In questo tourbillon ha trovato anche il tempo di prendersi un periodo di pausa: nel 2021 Luxon ha confessato infatti di non aver frequentato nessuna chiesa negli ultimi cinque anni.
La fede però ha un peso non secondario nella sua vita, tanto che ha voluto accennare al tema nel suo primo discorso in Parlamento. «Sembra che sia diventato accettabile etichettare come “estremisti” coloro che hanno una fede cristiana», ha premesso. La fede, ha proseguito Luxon, «mi ha tenuto saldo, ha dato uno scopo alla mia vita, plasmato i miei valori e mi ha inserito in un contesto che va oltre me stesso». Luxon ha aggiunto poi che «la mia fede è un fatto personale» e «non è di per sé un programma politico», sottolineando tuttavia che, nella storia, «i cristiani hanno fatto una enorme differenza nella vita pubblica» lottando per l’abolizione della schiavitù, l’educazione universale e la sfida alla condivisione dei beni con chi è meno fortunato. «Il mondo è diventato un posto migliore grazie al contributo alla vita pubblica di cristiani come William Wilberforce, Martin Luther King e Kate Sheppard».
foto: ilpost.it
