Sfregi alle pietre d’inciampo, le targhe d’ottone che ricordano gli ebrei partiti per i lager e mai tornati. Incendi al cimitero ebraico di Vienna; stelle di Davide sulle case degli ebrei e svastiche sui muri. Docenti universitari di Napoli e Bologna che non condannano l’azione terroristica di Hamas. Una preoccupante brezza antisemita soffia sull’Europa.
Da sempre l’argomento più sentito sul fronte pro Palestina è una distinzione che accompagna da generazioni i detrattori di Israele: “non sono contro gli ebrei, sono contro il governo di Tel Aviv”, e giù a corroborare la tesi citando ebrei che a propria volta dissentono dalla politica del loro Paese. Anche in questi giorni le migliaia di persone che, in questi giorni come in passato, manifestano in piazza paragonando (absit iniuria verbis) Israele e Germania nazista, che strappano le bandiere con la stella di Davide, che chiedono a gran voce uno stop alle incursioni contro i terroristi di Hamas, alla prima obiezione sfoderano l’alibi più classico: siamo antisionisti, non antisemiti. La distinzione avrebbe senso, se le loro azioni non dessero loro torto, come nei giorni scorsi ha fatto notare con chiarezza telegrafica Mattia Feltri.
foto: iracheni bruciano bandiere israeliane durante una manifestazione tenutasi nel centro di Baghdad a sostegno dei palestinesi – Diritti d’autore MURTADHA RIDHA/AFP via Getty Images