
Hollywood sconta un “pregiudizio anticristiano”: a dirlo è Rainn Wilson, attore che dopo aver visto l’ultima puntata della serie The last of us ha lanciato una polemica sulla relazione malata tra il mondo del cinema e la rappresentazione della fede. La teoria (nemmeno così balzana) di Wilson è che i personaggi con un retroterra spirituale solido diventano, nelle sceneggiature, stereotipi negativi. Insomma, se qualcuno legge o cita la Bibbia si può essere quasi certi che sarà il cattivo di turno, e The last of us conferma la tesi: tra i protagonisti, il predicatore non sarà, diciamo così, un elemento di particolare valore.
«Ci sarà mai [in un film] un predicatore che legge la Bibbia e si comporta davvero in maniera amorevole e cordiale?», si è chiesto Wilson, che in un secondo momento ha approfondito la questione rilevando che se da un lato gli evangelici americani in politica hanno un approccio piuttosto integralista, «la maggior parte dei cristiani che conosco sono gentili, comprensivi e amorevoli».
foto: premierchristian.news