
Cordoglio per la scomparsa di Timothy Keller. Aveva 72 anni e da tempo combatteva contro un male incurabile.
Keller, nato nel 1950 in Pennsylvania, è stato pastore evangelico e apologeta, ma anche teologo, formatore, autore di libri tradotti in tutto il mondo. Abbracciata la fede durante gli anni dell’università, è stato ordinato pastore della chiesa presbiteriana per poi curare per nove anni una comunità in Virginia; in seguito ha guidato la chiesa presbiteriana di Manhattan, a New York, portandola a raggiungere le cinquemila presenze settimanali e ricevendo plausi per l’impulso dato alla vita della comunità. Dal 2017 si era ritirato dal pastorato per concentrarsi sulla formazione dei nuovi conduttori di chiesa.
Il Washington Post, in un lungo articolo, ha ricordato come Keller «ha coltivato un seguito nazionale con una teologia che separava la fede dalla politica di partito e centrava la sua visione cristiana conservatrice in mezzo al frastuono della vita moderna». Un approccio moderato che lo ha contraddistinto rispetto alle ultime tendenze: «a differenza dei leader di molte megachiese evangeliche», continua la testata, «nelle sue funzioni non utilizzava maxischermi o musica pop. Adottava una liturgia e un repertorio musicale di stampo tradizionale, animando piuttosto i suoi sermoni con riferimenti a sant’Agostino e al greco antico, a Flannery O’Connor e a Woody Allen, a Tolkien e a Guerre Stellari».
Un pastore anomalo, insomma, che con la sua «combinazione di prospettive – alcune ultraconservatrici e altre più in linea con il pensiero liberale – aveva una visione della fede cristiana con una sua coerenza intrinseca», che tuttavia «spesso risultava in contrasto con il mondo binario della politica contemporanea».
Diverse opere di Keller sono state tradotte in italiano e pubblicate dalla Casa della Bibbia; tra i vari titoli ricordiamo “Il Dio prodigo. Riscoprire il cuore della fede cristiana” (2012), “Ragioni per Dio. La fede nell’era dello scetticismo” (2014), “Idoli e inganni” (2016), “Il matrimonio. Un impegno da affrontare con la saggezza di Dio” (2017).
foto: washingtonpost.com