Spagna, destra a caccia del voto evangelico

By 8 Giugno 2023Esteri, Focus

La vittoria dei movimenti conservatori nella recente tornata amministrativa ha convinto il premier spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, a sciogliere il parlamento e anticipare le elezioni: i sudditi di re Filippo andranno alle urne il prossimo 23 luglio. Esulta Vox, movimento ultraconservatore, mentre la sinistra di Podemos si lamenta fin da ora per i ventilati tagli ai servizi e un possibile regresso sul fronte dei diritti.

In realtà la campagna elettorale era già partita, segnala il Manifesto, con la sfida per accaparrarsi il voto delle chiese evangeliche, con cui sia il Partito popolare sia Vox “hanno stretto forti legami fino a trasformarle in bacini elettorali organizzati”. I numeri, evidentemente, fanno gola: «secondo l’Osservatorio sul pluralismo religioso, il 2% dei 48 milioni di spagnoli è di confessione protestante, e di questa percentuale i due terzi sono evangelici. I potenziali elettori da contendersi sono quasi 600 mila».

Si tratta di un bacino orientato in maniera promettente verso i conservatori: «Generalmente i valori difesi dalle varie chiese evangeliche, soprattutto quelle neopentecostali, sono decisamente affini all’identità politica della destra». La corrispondenza tra evangelici e partiti conservatori nasce dalle componenti etniche latinoamericana e gitana, ed è decisamente ricambiata: a margine della recente campagna per le amministrative si è registrata la presenza di pastori neopentecostali a una convention del Partito popolare, con tanto di benedizione dei candidati in lizza, mentre la leader di Vox, Rocío Monasterio, ha partecipato a “funzioni religiose nei luoghi di culto evangelici sparsi nella capitale”.

foto: ilmanifesto.it

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