
Un messaggio di morte spedito attraverso walkie talkie e cercapersone: l’innovazione tecnologica su cui fanno leva i servizi segreti israeliani non è qualcosa di inedito, anzi, ma ogni nuova azione sembra sfidare la fantasia degli sceneggiatori più scafati. Succede così che, tra martedì e mercoledì, l’esplosione di centinaia di strumenti elettronici ha fatto strage di miliziani di Hezbollah e, inevitabilmente, sventato (o almeno rimandato) i loro prossimi blitz contro Israele.
Lo strumento usato dal Mossad per il suo nuovo attacco ci affascina e ci turba: da un lato ci ricorda i film di spionaggio e le tecnologie futuribili degli 007 prima maniera; allo stesso tempo, però, ci inquieta pensare alle potenzialità letali di un dispositivo che, in fin dei conti, ognuno di noi porta in tasca. Se fino a oggi il massimo del pericolo che pensavamo di correre riguardava le potenziali intercettazioni del nostro traffico telefonico e telematico, forse oggi guarderemo il cellulare con un occhio diverso, un po’ più diffidente, sperabilmente più consapevole (almeno per qualche minuto: poi torneremo a maneggiarlo a ogni occasione, lecita e illecita, per perdere tempo nel mare magnum dei social).
L’azione dei servizi israeliani ha ricordato a Gianluca De Feo alcuni modelli di comportamento che risalirebbero addirittura ai tempi biblici: «Il trillo dei cercapersone che hanno dilaniato i miliziani di Hezbollah – scrive su Repubblica – sembra evocare il libro di Giosuè sulla caduta di Gerico: “Quando si suonerà il corno dell’ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, allora le mura della città crolleranno”. Le gesta del condottiero che ha ereditato da Mosè la guida delle dodici tribù in fuga dall’Egitto non hanno mai trovato riscontri storici ma hanno tramandato nei secoli una lezione che resta fondamentale per Israele: c’è sempre la possibilità di tenere testa ad avversari numericamente superiori, con l’aiuto divino o», ammicca De Feo, «grazie alla capacità dell’intelligence».
L’azione degli 007 e il ruolo degli informatori, ricorda ancora De Feo, era fondamentale già all’epoca: «Per ordine di Giosuè tutti gli abitanti di Gerico vennero massacrati tranne la prostituta che aveva ospitato le due spie ebraiche mandate in perlustrazione all’interno della città».
Non è l’unico esempio, tra l’altro, dato che «nelle pagine dell’Antico Testamento informatori e infiltrati sono spesso decisivi, come Dalila che sottrae il segreto della forza di Sansone o Giuditta che decapita il sovrano assiro [siamo nel campo dei deuterocanonici, ndr]: entrambe belle e determinate», commenta l’autore, «diventate l’archetipo dell’honey trap – la trappola al miele – che il 30 luglio scorso sembra avere tradito pure il fondatore di Hezbollah Fuad Shukr, assassinato a Beirut Sud dopo quasi quarant’anni di inviolabile latitanza».
foto: repubblica.it