Gli evangelici sembrano tornati al centro dell’attenzione dei giornali italiani, stavolta in veste di attrazione turistica. Ogni tappa delle primarie USA è un’occasione buona per stigmatizzare il variopinto mondo di sostenitori di Donald Trump, rappresentato puntualmente come una sentina di categorie dimenticate, trascurate, rancorose; tra queste, in mezzo al folklore vero o presunto, spiccano loro, anche quando non ce n’è motivo.
«Evangelici e veterani in fila per Trump nei boschi del New Hampshire», titolava nei giorni scorsi Repubblica: peccato che nel servizio di Paolo Mastrolilli degli evangelici non ci fosse praticamente traccia. Unico blando riferimento: l’inviato, parlando della «base incrollabile di Donald», cita «i colletti blu, i bianchi della classe media e bassa, i pensionati, gli evangelici, quelli che lui definisce “persone dimenticate”»; tra questi, curiosamente, gli evangelici sono gli unici a essersi guadagnati il titolo, e stavolta senza nemmeno la noia di venire confusi con i cattolici.
foto: repubblica.it