Putin, Kim e l’ortodossia nordcoreana

By 25 Giugno 2024Esteri, Focus

Vladimir Putin si è recato in visita al suo omologo (in tutti i sensi, verrebbe da dire) della Corea del nord, Kim Jong Un, per consolidare le relazioni bilaterali e, verosimilmente, trattare sulla fornitura di armi alla Russia da parte di Pyongyang. Una tra le tappe del programma prevedeva la visita congiunta presso la chiesa ortodossa della capitale, “unica chiesa ortodossa di tutta la Corea del Nord”, spiega Lorenzo Lamperti sulla Stampa, dato che nel Paese «vige l’ateismo di Stato e se esistono figure semidivine sono proprio quelle di Kim e dei suoi antenati».

La chiesa in questione, più che un ruolo di incontro tra credenti, funge da luogo simbolo dell’amicizia tra i due Paesi: l’edificio è stato voluto da Kim Jong-il (padre dell’attuale presidente) dopo essere rimasto affascinato da una chiesa di Khabarovsk durante una visita in Russia. In assenza di credenti e di celebranti autoctoni, racconta Lamperti, pare che il caro leader si sia arrangiato con una certa inventiva: furono individuati e inviati «quattro studenti al Seminario ecclesiastico di Mosca… Tutti e quattro erano cristiani appena battezzati che in passato avevano lavorato per i servizi segreti nordcoreani, riconvertiti in uomini di fede».

Il servizio della Stampa ricorda anche che, nonostante le condizioni proibitive per chi intende esercitare la propria fede, «secondo stime non ufficiali del 2017, l’1,7 per cento dei circa 25 milioni di abitanti sarebbe cristiano, prevalentemente protestante».

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