
Dopo più di un mese gli incendi incontrollati che hanno devastato la California non sono ancora pienamente sotto controllo: solo una settimana fa un altro focolaio si è sviluppato a nord di Los Angeles, costringendo le autorità a diffondere ordini di evacuazione che hanno interessato oltre 50 mila persone. Una situazione difficile che continua a coinvolgere cittadini, abitazioni, ma anche luoghi di culto; e, man mano che gli incendi si spostano, si cominciano a stilare i primi bilanci del disastro.
Alcune settimane fa era stato reso noto che la United Methodist Church di Palisades, la comunità che cento anni fa aveva fondato la località, era stata distrutta dalle fiamme; alla chiesa di Palisades si è aggiunto un significativo numero di “chiese, sinagoghe e moschee”, come riferisce NPR in un suo servizio.
“Quasi completamente persa” la Calvary Church di Pacific Palisades, come riferisce il pastore, che insieme ai suoi due vice ha perso anche la casa; gravemente danneggiato il complesso della congregazione episcopale, punto di riferimento per cinquecento famiglie, tre quarti delle quali al momento sarebbero senza casa: solo otto dei ventuno edifici del complesso – che comprende anche spazi scolastici e ospitava una sede di boy scout – sono rimasti in piedi, tra cui la sala principale, che aveva già conosciuto un dramma simile nel 1979. Distrutte anche la chiesa metodista unita di Altadena e la Altadena Community Church.
Sono state rase al suolo inoltre la sinagoga della comunità Chabad e il tempio ebraico di Pasadena, anche se da entrambe le strutture sono stati salvati i rotoli della Torah; alle realtà colpite dalle fiamme si aggiungono anche la chiesa cattolica Corpus Christi e la moschea Masjid Al-Taqwa.
Il disastro, rileva NPR, va oltre la semplice agibilità dei luoghi di culto: diverse di queste comunità erano punti di riferimento sociale e culturale per i residenti, e ospitavano tra l’altro momenti di sostegno per chi soffre di dipendenze, come gli alcolisti anonimi.
foto: npr.org