
Stanno assumendo i contorni di un disastro gli incendi che, ormai da settimane, devastano la California. Venticinque finora le vittime, migliaia le persone in fuga e milioni i californiani pronti a una eventuale evacuazione: a causa delle condizioni avverse – la siccità e il forte vento secco rendono vano ogni tentativo di spegnimento – i vigili del fuoco non riescono a domare le fiamme, che si rialimentano costantemente.
Intanto da più parti si alzano le polemiche sulla mancata prevenzione di un fenomeno tutto sommato non imprevedibile; a fare le spese del disastro sono stati peraltro anche diversi nomi noti del mondo dello spettacolo, le cui ville non sono state risparmiate dal fuoco.
Tra i vari focolai contro cui si sta combattendo, il più ampio riguarda Los Angeles e in particolare il quartiere di Pacific Palisades. Il quartiere ha una storia particolare: se oggi Palisades è una «zona vip dove adiacente a Malibù abitano molte star di Hollywood e il prezzo medio per una villa è di 3,7 milioni di dollari» (così Repubblica), il Corriere rievoca i tempi in cui era “l’enclave dei metodisti diventata rifugio di intellettuali e attori”.
Infatti, ricorda la testata, il «piccolo villaggio a nord di Sunset Boulevard nato accanto a cinque soli chilometri di spiaggia bianca» è stato inizialmente il «sogno impossibile d’una comunità religiosa di metodisti astemi e proibizionisti diventata negli anni… il rifugio degli intellettuali ebrei – o politicamente indesiderabili – in fuga dalla Germania nazista».
La United Methodist Church di Palisades – il cui sito conferma le origini evangeliche della località – dopo un secolo esiste ancora; la sua sede, secondo le ultime notizie, risulta tra gli edifici divorati dalle fiamme.
foto: cbsnews.com