
Da lustri negli USA era in atto una costante flessione della presenza cristiana, una tendenza che sembrava inesorabile. Secondo le ultime ricerche del Pew Research Center, però, il declino pare essersi arrestato, o almeno stabilizzato.
Oggi il 62% degli americani si definisce cristiano (erano il 71% nel 2014 e il 78% nel 2007): il 40% è evangelico/protestante, il 19% cattolico mentre il 3% è costituito da altre denominazioni; il 29% non è affiliato a nessuna confes
sione religiosa (il 6% è composto da agnostici, il 5 da atei e il 19 non si esprime con precisione), il 7% abbraccia altre religioni (erano il 5% nel 2007), l’1,7% è di fede ebraica.
«Lo studio sul panorama religioso, condotto per la prima volta nel 2007, dipinge un quadro dell’America che è più laico, in particolare tra i giovani, e che rimane un luogo in cui le opinioni religiose si allineano strettamente con la politica», sintetizza il Washington Post.
Sul divario generazionale si concentra anche Associated Press: «Nonostante questa spiritualità diffusa, ci sono indizi di un futuro declino religioso», dato che solo il 46% degli americani più giovani si identifica come cristiano, rispetto all’80% degli adulti di età più avanzata. Secondo il politologo Michele Margolis c’è una tenue speranza che il tempo cambi le cose: se è vero che i giovani si allontanano dalla fede, è comunque vero che «quando ci si sposa e si hanno figli… la religione è più probabile che diventi importante».
foto: washingtonpost.com