A proposito di epidemie e vaccini, Matteo Sacchi rievoca una vicenda del XVIII secolo che suona piuttosto attuale. Era l’epoca in cui veniva scoperta la variolizzazione, ossia l’immunizzazione che passa attraverso l’inoculazione in un soggetto sano di materiale virale inattivato, ricavato da persone colpite in forma lieve: un passo fondamentale per arginare la diffusione del vaiolo.
La pratica si diffuse in tutto il mondo, non senza resistenze da parte di chi gridava allo scandalo citando a supporto della propria indignazione perfino la Bibbia. Nel 1721, di fronte a una nuova epidemia di vaiolo, «il pastore protestante e medico Cotton Mather e un altro medico, Zabdiel Boylston, si misero a praticare l’inoculazione. Per i loro pazienti fu una benedizione. Ma in città iniziò subito un movimento di protesta che accusò i due di violare le leggi umane e divine. Venne tirato in ballo il Vangelo di Matteo: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”», e venne usato «anche l’argomento che la “variolizzazione” non ci fosse nella Bibbia».
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