Robertson a tutto campo su Israele e Palestina

By 23 Dicembre 2003Gennaio 3rd, 2021Israele

Il predicatore americano Pat Robertson, i cui discorsi sono diffusi in tutto il mondo, ha partecipato giovedì [18 dicembre] a un Congresso a Herzliyya. Robertson è un evangelista molto conosciuto, le cui trasmissioni sono seguite da milioni di persone e ritramesse da duecento catene di televisioni in sessanta Stati del mondo. In passato aveva proposto la propria candidatura contro quella di George Bush padre alla guida del partito repubblicano.
Robertson sostiene che non bisogna creare uno Stato palestinese. Ha anche proposto che i palestinesi diventino cittadini della Giordania. Si oppone fermamente allo smantellamento delle località ebraiche, che ammira, e afferma che il presidente Bush è circondato da cattivi consiglieri del Dipartimento di Stato.
Intervistato dal sito Ynet, ha dichiarato di aver sorvolato in elicottero la Giudea-Samaria in compagnia del ministro Uzi Landau e di aver visitato la città di Ariel, dove ha incontrato delle vittime del terrorismo. Ha detto che la barriera di separazione è indispensabile per la sicurezza d’Israele, e che in nessun caso si deve permettere la creazione di uno Stato palestinese.
Evocando la Road Map, ha detto che questo progetto finirà in un fiasco. Ha aggiunto che in nessun caso si devono evacuare “quelle meravigliose località soprannominate insediamenti”. Ha ricordato, tra l’altro, che la Road Map è opera soprattutto dei francesi, “che non sono mai stati grandi difensori di Israele”.
Robertson ha ricordato inoltre che Yasser Arafat non è palestinese, ma è nato in Egitto. Ha sottolineato che è cresciuto in Arabia Saudita e ha passato gran parte della sua vita in Egitto. Ha precisato che Arafat e i suoi uomini hanno imposto una dittatura sugli arabi che vivono nel paese e desiderano la pace.
Robertson ha dichiarato: “Sono una persona credente e sono convinto che Dio arresterà la Road Map”.
Ha ripetuto che George Bush è stato mal consigliato e che è tuttora circondato, nel Dipartimento di Stato, da persone che si preoccupano più di soddisfare gli arabi che di difendere gli interessi d’Israele.
Parlando del conflitto tra Israele e i palestinesi, Robertson ha sottolineato che il problema non è né territoriale, né finanzirio, ma che si tratta d’una questione teologica. E ha concluso: “E’ per questo che ogni tentativo di fare la pace con persone animate da una fede fanatica è destinata all’insuccesso”.

(Arouts 7, 20.12.2003 – trad. www.ilvangelo.org)

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