Anche un solo ebreo caduto è un gran risultato

By 13 Febbraio 2004Israele

Il giorno dopo l’attentato suicida compiuto da una donna palestinese a Gaza, Walid Jumblatt, presidente del Partito Progressista Socialista (Druso) e membro del parlamento libanese, ha espresso il suo compiacimento per il fatto avvenuto. Qui di seguito alcune delle sue dichiarazioni: [1]

“Ieri, la madre palestinese Reem Al-Riyashi ha sacrificato se stessa e così facendo si è unita alle colonne di coraggiosi guerrieri della Jihad e ha rotto l’atroce e preoccupante silenzio arabo, l’inettitudine e la ritirata che precede il fallimento e la disintegrazione. Ha donato speranza in un mare di autocompiacimento, indecisione e paura. Si tratta di una nuova Intifada, l’Intifada della rivoluzionaria palestinese e della terra, che si oppone alla ‘ebraicizzazione’ [della Palestina], alla realtà ebraica e ai regimi arabi. È forse nata dalla disperazione ?”.
“No e ancora no. È un atto di convinzione ed è la strada giusta, perché in tempi di declino, remissività e sottomissione anche un solo ebreo caduto, soldato o civile, è un gran risultato ed è un modo per minare il progetto di ‘ebraicizzazione’ di tutta la Palestina”.
Dico ‘ebreo’ e mi scuso con gli intellettuali libanesi, o almeno alcuni di loro, che hanno accolto con favore l’iniziativa di Ginevra, applaudendola e giudicandola una storica soluzione del conflitto mediorientale. Essi giocano con le parole [e fanno distinzioni] tra ebrei e israeliani, tra destra e sinistra, tra falchi e colombe. Forse alcuni di loro hanno dimenticato, o fingono di aver dimenticato, che in sostanza Israele è il prodotto della sinistra sionista nata con Weizmann, Ben Gurion e Peres attraverso Yossi Beilin. Hanno forse dimenticato che fu il Partito Laborista a entrare in Guerra nel 1967 e a dare l’avvio sin da allora agli insediamenti ebraici nella West Bank? Persino l’odierno muro di separazione è un prodotto del Partito Laburista ai tempi di Barak … E vi sono anche coloro che hanno fatto di Rabin un eroe grazie a un’oscura promessa di cui ci stiamo ancora vantando [riguardo alla disponibilità di Israele a ritirarsi dalle Alture del Golan]. Non fu lui a instaurare [la pratica] di rompere le ossa ai detenuti palestinesi …?”
“Reem Al-Riyashi è l’estremo blocco stradale. Cosa cercano e cosa chiedono lei e le altre [donne]? Qualche arma, esplosivo e missile anti-carro, [e di poter passare] attraverso la Giordania, Rafah, il Libano, la Siria o qualsiasi altra porta d’accesso per prevenire la realizzazione del piano di ‘ebraicizzazione’ o almeno ritardarla, mentre i depositi degli eserciti arabi traboccano [di armi]”.

Nota:
[1] Al-Nahar (Libano), 19 gennaio 2004.

(The Middle East Media Research Institute, 23.01.2004)

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