Caos e anarchia nell’Autorità Palestinese

By 4 Marzo 2004Israele

I media, vittime della lotta dei clan a Gaza

di Jean-Luc Allouche

GERUSALEMME – La serie di attacchi provocati dai palestinesi contro i media di Gaza ha conosciuto ieri il suo coronamento. Nella mattina, Khalil al-Ziban, 59 anni, è stato ucciso a Gaza da uomini mascherati. Giornalista, direttore di un bimensile dedicato ai diritti dell’uomo, lavorava presso l’ufficio locale dell’Autorità Palestinese ed era un consigliere stretto di Yasser Arafat. L’assassinio di Khalil al-Ziban non è che un esempio dell’anarchia che comincia a regnare a Gaza dopo l’annuncio di Sharon di un ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza. Oltre alla minaccia di un predominio di Hamas, sono le lotte di potere e le rivalità tra forze armate palestinesi che illustrano il caos temuto sia dai responsabili palestinesi, sia da Israele, dagli Stati Uniti e dall’Europa.

Fossato.
In questi ultimi giorni è scoppiato anche un conflitto che ha opposto il quartier generale della polizia e dei fedeli di Arafat a dei partigiani di Mohammed Dahlan, ex capo della sicurezza preventiva a Gaza. In seguito si è abbozzata una riconciliazione, che però lascia intatto il fossato tra la giovane generazione e la vecchia guardia. Per gettare un ponte tra le due parti, si è riunito la settimana scorsa a Ramallah il consiglio rivoluzionario di Fatah (il movimento di Arafat) per dibattere il tema delle riforme. Si è accennato anche alla dissoluzione delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, tanto più insistentemente per il fatto che questi ultimi hanno rivendicato l’attentato di Gerusalemme del 22 febbraio, che ha fatto 8 morti alla vigilia dell’apertura del processo all’Aia contro il “muro di separazione”. Senza illusioni, Dahlan ha dichiarato, all’uscita da una sessione: “Non esiste una politica chiara di Fatah sul modo di trattare con le Brigate. Chi pensa che il consiglio rivoluzionario di Fatah o il suo comitato centrale possano influenzare o controllare le Brigate ignora tutto sul funzionamento degli affari interni palestinesi.”
Altro segno dello sgretolamento dell’Autorità Palestinese: le dimissioni di Ghassan Shaka, sindaco di Nablus, dove le lotte tra bande rivali hanno fatto più di 30 morti, tra cui il fratello di Shaka. “Quando il caos trascina tutto e l’anarchia diventa un rito quotidiano, preservare la propria dignità diventa una priorità assoluta”, ha dichiarato.
L’assassinio di Al-Ziban è il più grave attacco contro un giornalista locale, dopo l’incendio, di tre settimane fa, dell’auto di Munir Abu Rizeq, direttore dell’ufficio di Gaza del quotidiano Al Hayat al-Jadida, organo legato all’Autorità Palestinese. All’inizio di febbraio sono stati gli uffici del mensile Ad-Dar ad essere vandalizzati. L’8 gennaio, Seif Shahine, corrispondente della catena Al-Arabya a Gaza, è stato aggredito e gli uffici della catena sono stati saccheggiati a Ramallah da assalitori che si proclamavano appartenenti alle Brigate. Il 9 febbraio giornalisti palestinesi di Gaza hanno osservato uno sciopero di ventiquattro ore per protestare contro le aggressioni.

Successo.
Tuttavia, una prima misura contro l'”opacità” del finanziamento ai palestinesi è stata adottata ieri. Arafat ha dato il suo consenso al fatto che gli stipendi dei membri delle forze di sicurezza siano girati sui loro conti bancari e non più distribuiti in buste dai loro capi. Il Ministro delle Finanze, Salam Fayad, riporta così un successo contro la corruzione che ha giurato di voler eliminare.

(Liberation.fr, 03.03.2004 – trad. www.ilvangelo.org)

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