Nessuno ha il diritto di cedere la terra d’Israele

By 21 Febbraio 2004Israele

Più di duecento rabbini hanno partecipato martedì sera al grande meeting che si è tenuto all’hotel Ramada Renaissance di Gerusalemme. L’incontro era organizzato dall’«Unione dei rabbini per il popolo d’Israele e la terra d’Israele e per il rispetto della Torah» e aveva come obiettivo di denunciare il piano del Primo Ministro, che ha annunciato recentemente la sua intenzione di evacuare 17 località ebraiche della striscia di Gaza.
Il rabbino di Bat Yam, David Hai Hacohen, ha dichiarato nella sua allocuzione che «lo smantellamentamento di località è un crimine imperdonabile contro il popolo ebraico». E ha aggiunto: «Un accordo in questo spirito è simile a quello concluso a Monaco con i nazisti.»
L’anziano Gran Rabbino d’Israele, Abraham Shapira, ha preso la parola per affermare che «l’esperienza ha dimostrato che quelli che toccano la terra d’Israele o progettano di arrecarle danno, perdono automaticamente il potere». Ha inoltre dichiarato: «Noi siamo qui nel nome della Torah per incoraggiare e attingere nuove forze. Mettiamo in guardia e agiremo, anche se per questo fosse necessario invitare il pubblico a ritrovarsi nella striscia di Gaza, nel Gush Katif. Noi lo faremo con forza e coraggio, per rinforzare la nostra presenza sul posto al fine di impedire la minima evacuazione e il minimo sradicamento».
Il rabbino Mordehai Eliahu, Rishon LeZion, ha dichiarato che nessuno ha il diritto di cedere anche la minima parte della terra d’Israele, sottolineando che non appartiene ai dirigenti del paese. Evocando l’eventualità di un referendum, ha detto che i suoi risultati non cambierebbero in nulla la situazione.
Il rabbino di Elohn, Moré Eliakim Levanon, ha dichiarato che se il Primo Ministro si reca negli Stati Uniti e incontra il presidente Bush, deve sapere che gli consegna un «assegno a vuoto».
Alla fine del meeting è stato distribuito al pubblico un trattato contentente il seguente testo:
«Il diritto e il dovere del popolo d’Israele sulla sua terra sono eterni e validi per tutte le generazioni. Il progetto di sradicamento di località fiorenti è contrario allo scopo fissato dalla Torah ed è vietato associarsi ad essp.»
In seguito il testo dice che «secondo la legge ebraica, nessun uomo, dal più semplice al più prestigioso, ivi compreso il Primo Ministro o qualsiasi altro uomo politico, ha il diritto di promuovere un progetto così distruttivo»
Il testo poi continua così: «Facciamo appello a tutti i partiti, ai ministri e ai deputati, ai fedeli al D. d’Israele e alla sua terra, di fare in modo che questo piano sia rigettato, se mai il governo dovesse adottarlo. Se nonostante tutto il Primo Ministro si recherà a Washington per esporre il suo programma senza la decisione del suo governo, i fedeli alla Torah e alla terra d’Israele devono abbandonare la coalizione».
La deputata del partito d’estrema sinistra Meretz naturalmente ha subito reagito a questi propositi e immediatamente ha chiesto al consigliere giuridico del governo di esaminarli, al fine di determinare se non si tratti di incitamento alla violenza contro il capo del governo. Ha inoltre qualificato i rabbini come «bombe a scoppio ritardato».

(Arouts 7, 18.02.2004 – trad. www.ilvangelo.org)

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