Terrorismo palestinese finanziato dall’Unione Europea

By 28 Febbraio 2004Israele

Riconosciuto il collegamento fra Arafat e il terrorismo

Secondo indiscrezioni di stampa, l’ufficio antifrodi dell’Unione Europea (OLAF) ritiene autentici i documenti forniti da Israele che dimostrano l’aiuto finanziario offerto dall’Autorita’ Palestinese al terrorismo.
Il quotidiano tedesco Die Welt ha riferito la settimana scorsa del sempre piu’ diffuso sospetto che l’ufficio del presidente dell’Autorita’ Palestinese Yasser Arafat abbia usato fondi degli aiuti europei per finanziare attivita’ terroristiche perlomeno nei primi due anni della cosiddetta “seconda intifada”.
L’Unione Europea ha destinato 10 milioni di euro al mese all’Autorita’ Palestinese dall’autunno 2000 (inizio delle violenze palestinesi) fino all’autunno 2002, quando i forti dubbi sull’abuso del denaro costrinsero la Commissione a sospendere i versamenti.
I documenti forniti da Israele vennero rinvenuti dalle Forze di Difesa israeliane negli uffici di Arafat durante le incursioni dell’Operazione Scudo Difensivo (marzo 2002).
Membri dell’ufficio antifrodi europeo OLAF avrebbero visitato Israele di recente e starebbero stendendo in questi giorni il loro rapporto sulla questione, per poi sottoporlo alla Commissione e al Parlamento europei.
Secondo Die Welt, i documenti passati all’OLAF dal ministero della difesa israeliano dimostrano lo stretto rapporto tra Arafat e le Brigate Al Aqsa, a loro volta legate a Fatah, il movimento presieduto da Arafat. Negli ultimi tre anni le Brigate Al Aqsa si sono rese responsabili e hanno apertamente rivendicato numerosi attentati, anche suicidi, contro civili e militari israeliani.

(Jerusalem Post, 12.02.04 – israele.net)

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Anche in conseguenza di queste indiscrezioni di stampa, Ilka Schröder, deputata tedesca del Parlamento Europeo per il “Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica”, ha inviato pochi giorni dopo una lettera aperta ai coordinatori del cosiddetto “Working Group” per l’utilizzazione dei fondi UE destinati ai Territori dell’Autonomia Palestinese. Riportiamo il testo integrale della lettera.

Si ponga fine alla complicità del Parlamento Europeo!

Bruxelles, 19.02.2004

Gentile signora Theato,
Egregio signor Laschet
Egregio signor Wynn,

è noto a tutti che gli aiuti finanziari dati dall’Unione Europea all’Autorità Palestinese sono stati incanalati su fondi neri. E’ altresì noto che l’Autorità Palestinese ha finanziato una brutale guerra terroristica antisemitica contro Israele. Israele ha consegnato alla Commissione il corrispondente materiale di prova nell’estate 2002. Da allora la Commissione nega di avere conoscenza di un tale uso del denaro e la Conferenza dei Presidenti di delegazione ha impedito con successo che sia istituito un comitato d’indagine su questo argomento. Il vostro “Working Group” è stato istituito per far in modo che il tema non assuma importanza. L’OLAF, l’ufficio antifrodi dell’UE, ha iniziato la sua ricerca. Nelle ultime settimane diversi giornali tedeschi e austriaci hanno riferito che ispettori dell’OLAF sono stati inviati in Israele e nei Territori dell’Autonomia. E’ stato anche riferito che il gruppo di ricerca dell’OLAF non può negare che le accuse israeliane siano fondate.
Markus Ferber (PPE, Germania) – citato nel quotidiano tedesco Die Welt (30.01.2004) – pensa che dopo l’indagine OLAF le dimissioni del Commissario Patten siano “del tutto possibili”.
Johannes Swoboda (PSE, Austria), che ha contrastato l’istituzione del comitato d’indagine, è stato menzionato nel giornale austriaco Die Presse (03.02.2004): “Ci sono indizi che fondi di sostegno dell’UE siano finiti indirettamente sotto il controllo di organizzazioni terroristiche”. Solo pochi giorni dopo lo stesso signor Laschet è stato citato su Die Welt, dove si è detto che “il versamento forfettario di fondi di aiuto dell’UE all’Autorità Palestinese di Arafat è stato evidentemente un grosso sbaglio”.
In contrasto con questa indicazione, il giornale francese La Libération ha riferito che il risultato del [vostro] rapporto “confidenziale” è che non si è fatto uso di fondi UE per attacchi terroristichi. Leggendo sobriamente il corrispondente articolo, si può capire che il rapporto dell’OLAF sarà un cattivo riciclaggio delle risposte del Commissario Patten. Senza entrare in dettagli, permettetemi di constatare ancora una volta quanto segue: E’ falso che l’IMF (International Monetary Fond) controlla il budget dell’Autorità Palestinese, come si può leggere in ogni pubblicazione IMF. E’ noto che neppure il Ministro delle Finanze palestinese, fino alla fine del 2002, aveva un’idea di dove andassero e da dove venivano i soldi. E’ noto che le Brigate Al-Aqsa sono strettamente collegate con il movimento Fatah del Presidente palestinese Arafat e hanno eseguito molti attentati suicidi contro Israele. E’ noto che non solo i libri di scuola, ma anche le trasmissioni radio, le stazioni televisive, i sermoni di predicatori pagati dall’Autorità, e giornali ufficiali e non ufficiali diffondono odio contro Israele e cliché antisemiti. Se l’OLAF non sa tutto questo o se non è in grado di trarre le logiche conseguenze da questi fatti, allora, come ho già dichiarato nel febbraio 2003, vuol dire che l’OLAF è semplicemente l’istituzione sbagliata per indagare questi fatti. E’ difficile che gli scandali politici si riescano a scoprire col calcolatore tascabile.
Molte parole, ma pochi fatti. Poiché il Vostro famoso “Working Group” – violando le regole delle procedure di questo Parlamento – si raduna a porte chiuse, non mi è noto se e quando avete l’intenzione di dare informazioni sui risultati delle vostre ricerche. Se la cosa dovesse durare ancora a lungo, sarebbe troppo tardi per trarne delle serie conseguenze, e l’occultamento dello scandalo continuerebbe.
Com’è noto, nel giugno 2004 sarà eletto un nuovo Parlamento. Il fatto che l’Unione Europea ha permesso che i suoi fondi di aiuto fossero usati per assassinare cittadine e cittadini israeliani provocherà probabilmente un dibattito storico. Lo scandalo che l’UE ha partecipato indirettamente alla guerra contro Israele sarà soltanto una nota a piè di pagina.
Qualcosa non quadra in questo calcolo: in questo scandalo sono coinvolte molte più persone oltre al Commissario Christopher Patten, fra poco in pensione. E non è soltanto la Commissione e la sua amministrazione che sono responsabili. Responsabili sono anche i presidenti di delegazione coinvolti: José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra (PPE), Enrique Barón Crespo (PSE), Graham Watson (ELDR) e il mio caro compagno Francis Wurtz (GUE/NGL), che hanno tutti rigettato – di nuovo contro le regole del Parlamento Europeo – la richiesta fatta da 158 eurodeputati di istituire un comitato d’indagine. Responsabile è anche Hans-Gert Pöttering (PPE), che ha preso parte alla seduta ma non ha detto niente, e Daniel Cohn-Bendit (Verdi/EFA), che non ha preso parte alla seduta, e anche lui non ha detto niente. Tutti e due non hanno impedito questa infrazione procedurale, anche dopo una formale lagnanza presso il Presidente Patrick Cox. Responsabile è anche la Corte dei Conti europea, che io stessa ho visitato e informato, e che, per quanto si sappia, non ha fatto niente per questa faccenda.
Parte dello scandalo siete anche voi e il vostro “Working Group”. Che cosa avete fatto voi e i vostri colleghi a porte chiuse? Quali saranno i risultati del vostro lavoro, quando nel marzo 2004 andrete in Israele e nei Territori dell’Autonomia? E si può, anzi, si deve domandare perché mai l’OLAF ha impiegato così tanto tempo per avviare un’indagine (l’OLAF ha iniziato nel febbraio 2003, mentre Israele aveva inviato le sue prove già nell’estate 2002).
Molti di coloro che in questo scandalo hanno giocato un ruolo poco onorevole vogliono essere rieletti, alcuni saranno in carica dopo il giugno 2004. Allora io propongo:
– che il Parlamento esiga che l’OLAF invii finalmente a tutti i membri del Parlamento Europeo il suo primo rapporto confidenziale, così spesso citato dalla stampa;
– che il “WorkingGroup” comunichi a tutti i membri del Parlamento Europeo, entro la fine del febbraio 2004, i risultati della sua “indagine”;
– che nel caso che le accuse israeliane siano fondate – e io non ho ombra di dubbio che quello sarà il risultato di ogni seria ricerca – tutti i membri della Commissione e il Presidente Cox si assumano la responsabilità del ritardo nell’indagine sullo scandalo che con i fondi UE siano assassinati cittadini israeliani, e si dimettano;
– che il Parlamento Europeo si scusi pubblicamente e ammetta il ruolo fatale che l’Unione Europea ha svolto nel conflitto mediorientale (questo renderà più facile alle vittime e ai sopravvissuti chiedere il risarcimento dei danni all’Unione Europea).
Voi tutti, come coordinatori di quel “Working Group” che è stato istituito per impedire ogni seria indagine, avete ora un’ultima, buona possibilità di agire con senso di responsabilità. Spero che lo farete.
Cordiali saluti,

Ilka Schröder

(NahostFocus.de, 19.02.2004 – trad. www.ilvangelo.org)

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