Julim Barbosa, e Chiasso diventa “live”

By 25 Maggio 2008Musica e dintorni

CHIASSO (Svizzera) – Un teatro strapieno ha accompagnato, sabato sera, la registrazione del primo cd live di Julim Barbosa. Giovani e meno giovani provenienti dal milanese, ma anche dall’Emilia e naturalmente dal Ticino hanno accolto con un boato il worship leader della chiesa evangelica “Ministero Sabaoth” di Milano, in trasferta a Chiasso (Svizzera, ma a due passi dal confine) per una nuova tappa della sua avventura artistica. Non è passato nemmeno un anno dall’ultimo lavoro, “Giusto re”, con cui ha ripreso il discorso discografico dopo gli esordi di “Solo per te” (2002) e “Alternative praise” (2003), ed eccolo di nuovo attivo, grazie alla fattiva collaborazione di Gioele Guerra, per la registrazione di un cd che dovrebbe chiamarsi “Quasi unplugged”.

Come abbiamo rilevato già altre volte in relazione ai dischi registrati dal vivo, per quanto la resa finisca per essere inevitabilmente meno patinata rispetto a un buon lavoro in studio, il live gode di una spontaneità e una carica che lo studio non può dare.
Barbosa, poi, sul palcoscenico è nel suo ambiente naturale: canta, suona, chiosa, scherza coinvolgendo il pubblico e trasformando così un concerto in una sessione di musica cristiana di lode, genere cui il suo repertorio è ispirato.

Barbosa ha voluto sul palco insieme a sé alcuni artisti di rilievo, ma soprattutto significativi in questi anni di impegno musicale: Simone Giandolfi, solista della giovanissima milanese dei Worship Station; Nico Battaglia, cantautore pugliese ormai ampiamente conosciuto negli ambienti evangelici italiani; Corrado Salmé, worship leader siciliano il cui repertorio è oggi tra i più apprezzati nelle chiese pentecostali del sud Italia (e non solo); e Ornella Vanoni, la cui conversione è balzata agli onori delle cronache dopo la dedica a Gesù del suo ultimo disco.

Gli ospiti, in realtà, erano molti di più: convitato di pietra – presente in prima fila – Sergio Mascheroni, coautore di numerosi brani di Julim Barbosa e citato spesso dal palco; Roselen Boerner Faccio, responsabile della comunità di appartenenza dell’artista (e della Vanoni); Dino Manfredda, tecnico audio di chiara fama in campo cristiano e secolare.

Nel citare le collaborazioni più significative non si può non menzionare il pubblico, che in una registrazione dal vivo è elemento essenziale: e a Chiasso il pubblico è stato ideale, saltando in piedi al primo brano e sedendosi solo per brevi momenti, nel corso delle tre ore di musica pressoché ininterrotta.

Si comincia con due produzioni inedite, “Gesù è di più” e “Ascoltami un attimo”; poi, sulle note di “Nessuno mai”, è già tempo di interagire con Simone Giandolfi, dapprima alla chitarra, poi in duetto in “Vero adoratore”, in una tonalità che penalizza leggermente Simone e valorizza il controcanto di Julim.

La serata procede con numerosi brani nuovi, o comunque mai registrati in precedenza, che offrono visibilità al talento di Muggeo al pianoforte, al bassista Daniele Scalia, ai contrappunti del quartetto d’archi Musicattiva. E di valido contrappunto, tra l’altro, si può parlare anche nell’uso delle luci, competente ed efficace nel sottolineare le varie situazioni musicali che si venivano man mano a creare durante il concerto.

“Spera nel Signore”, scritta da Sergio Mascheroni per la sua prima figlia, viene interpretato da una Ornella Vanoni in surplace, che ammette candidamente la sua impreparazione (“ho avuto molto da fare”); poi a fare compagnia a Barbosa arriva Nico Battaglia con chitarra acustica a tracolla: insieme cantano “Libertà”, ballad del cantautore pugliese, proposta per l’occasione in una originale versione che alterna strofe in italiano (Nico) e portoghese (Julim).

Sul ritmo funky di “Spirito” il pubblico torna a scatenarsi, mentre la intensa “Ricordati” dà lo spunto per un momento di riflessione di Roselen Boerner Faccio e il suo sogno: “vedere i credenti uniti e l’Europa in ginocchio davanti a Dio”.

Via così, tra novità e pezzi ormai datati (“Adoro adorarti”, ma anche il “Salmo 23” in una versione lenta non troppo convincente finché non si trasforma in bossa).

L’ultimo ospite è un Corrado Salmé biancovestito e comunicativo, che al pianoforte riesce a esprimersi in modo sempre molto intenso, coinvolgendo Julim e i presenti.

C’è ancora tempo per la gioia di brani come “Stendi la tua mano”, e l’acustico “La luce del mondo” con voce, chitarra e violoncello, prima del gran finale che vede tornare sul palco, insieme, i quattro protagonisti della serata.

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