“Amazing grace”, uno tra gli inni più noti del patrimonio musicale evangelico, potrebbe far bene al cuore: a dirlo non è un predicatore ma un’equipe di medici del Wisconsin ha studiato il modo in cui cantare alcuni brani agisce sui globuli rossi in soggetti che hanno avuto problemi cardiaci. Tra i risultati è emerso che chi canta regolarmente “Amazing grace”, celebre brano del 1772 (in italiano è disponibile in almeno due traduzioni: “Io vo narrar” e “Stupenda grazia”), manifesta significativi miglioramenti nella funzione endoteliale: insomma, i vasi sanguigni attorno al cuore stanno meglio.
La ricerca ha preso in considerazione 65 persone che avevano avuto problemi cardiaci. I medici hanno affiancato a queste persone un maestro di canto, incoraggiandole a intonare quattro brani; nel frattempo l’equipe misurava i valori del sangue dei soggetti. In questo senso “Amazing grace” ha surclassato “Ehi Jude” dei Beatles, “Jolene” di Dolly Parton e “This land is your land” di Woody Guthrie. Lo studio con le conclusioni è disponibile qui.
Una doverosa avvertenza: di certo il canto può fare bene alla salute, ma per quanto riguarda questi risultati bisogna ricordare che si tratta di un singolo studio, che in futuro potrà venire confermato o smentito da successivi studi (il metodo scientifico funziona così), per cui prendete la notizia per quello che è: una curiosità.
foto: premierchristian.news