Sette, settimanale del Corriere della Sera, ha dedicato un articolo all’incontro tra la responsabile del Ministero Sabaoth di Milano e Silvio Berlusconi. Il testo del servizio.
È brasiliana, fa il pastore evangelico e vuole «avvicinare i giovani alla religione in modo divertente» aprendo un pub. Ma il suo sogno è un altro: avere un presidente del Consiglio credente. E così…
Ce l’aveva in mente fin dall’inizio, da quando arrivò in Italia dal Brasile: incontrare Silvio Berlusconi e pregare insieme a lui. E finalmente ce l’ha fatta, dopo nove lunghi anni.
È una tipa determinata Roselen Boerner Faccio, pastore protestante a capo della Chiesa Evangelica Internazionale di Milano. Determinata e originale, visto che ha appena aperto un pub in pieno centro di Milano, in via Fiori Chiari, dove ragazzi e ragazze si possono trovare «per bere, stare insieme, sentire musica dal vivo e soprattutto per ascoltare la parola di Dio». Un locale tutto speciale, pensato proprio per «avvicinare i giovani alla religione in modo divertente». Che, non a caso, ha chiamato “Le Pecore” «perché, come dice la Bibbia, il Buon Pastore conosce le sue pecore una ad una».
Così, proprio lei, una bella sera si è trovata seduta a tavola nella villa del Cavaliere ad Arcore. Commensali, oltre al padrone di casa, il figlio del presidente del Consiglio, la fidanzata, il mitico chansonnier napoletano Apicella, un dirigente Mediaset e Ornella Vanoni.
Galeotta fu la musica, dunque? «Proprio così», racconta. «Tutto è cominciato dalla Vanoni, una mia grande amica, che si è appena esibita anche nel nostro pub. Un giorno riceve una telefonata dalla segretaria di Berlusconi che le dice che il Cavaliere la vuole a cena per avere un parere su alcune canzoni che lui ha composto con Apicella». Roselen coglie la palla al balzo: «”Allora mi porti con te”, dico alla Vanoni. Così finalmente posso incontrare Berlusconi». Detto, fatto.
«È stata una serata bellissima. Abbiamo cantato tutti insieme per ore. Poi, alla fine, gli ho chiesto di incontrarlo da sola». E lui? «Subito mi ha detto: cosa posso fare per te? Forse credeva che io volessi dei soldi. “Ho pregato per lei per nove lunghi anni”, gli ho risposto, perché il mio sogno è quello di avere un presidente del Consiglio credente. “Anch’io sono sceso in politica perché ho deciso di vivere la mia missione”, mi ha risposto. Poi gli ho detto: “Qua le mani, preghiamo insieme”. Così abbiamo fatto». E alla fine? «Ci siamo scambiati i libri a cui teniamo di più: io gli ho dato la Bibbia e lui il suo contratto con gli italiani». Vi siete più risentiti? Ride di gusto Roselen: «Per ora no. Ma io gli ho fatto una promessa e intendo mantenerla: leggerò il suo libro e se trovo qualcosa che va contro la Bibbia, lo chiamo e glielo dico».
di: Enrica Barazzi
da: Sette (Corriere della Sera)
titolo originale: Metti una sera a tavola io, Apicella e la Vanoni. A pregare con Silvio
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