Ricardo, il baby è «guidato» da Dio

By 1 Maggio 2004Rassegna Stampa

Il brasiliano ringrazia sempre il Signore dopo un gol: «Il mio rapporto con la fede è molto profondo»

MILANO – La risposta a Francesco Totti, romano de Roma e simbolo dell’ orgoglio giallorosso, è un milanese di San Paolo il cui nome, Izecson Dos Santos Leite Ricardo, è pomposo e complesso come si usa in Brasile a differenza del suo calcio che invece è l’ esaltazione della semplicità. A 22 anni appena compiuti Kakà, quello del nome pomposo, ha già in pugno le chiavi del Milan e non soltanto per i suoi gol. Il suo arrivo, al costo di 7,3 milioni di euro, un’ inezia in relazione al personaggio, è la ventata d’ aria fresca che, dopo avere portato ossigeno alla manovra rossonera, ha contribuito a creare un movimento di simpatia trasversale. Perché Kakà, che a Milanello chiamano Ricky oppure Riccardino, piace al tifo istituzionale ma anche a chi tifoso milanista non è. Tempo un paio d’ anni e pure all’ anagrafe di Milano accadrà quello che sta succedendo a Roma a corredo del fenomeno Totti: il nome più richiesto per i nuovi nati sarà Riccardo. Perché, al di là delle sue origini brasiliane, Kakà sembra essersi saldato con naturalezza alla sua nuova dimensione milanese e milanista. «Milano mi ricorda San Paolo» è la frase che ci aiuta a capire certe sue scelte, che non sono semplicemente professionali. Più della mappa delle discoteche, che pure a Milano sono frequentate da mezza serie A, a lui interessa la mappa dei navigli, così com’ era stata concepita da Leonardo («Un personaggio affascinante»). E l’ esplorazione delle radici cittadine ma anche quelle della cultura italiana rappresenta il passatempo preferito di Riccardo-Kakà e della sua famiglia: papà Bosco, ex ingegnere civile, mamma Simone, ex insegnante, e il fratello Rodrigo, detto Digao, che ora si allena con la squadra primavera del Milan. Dopo Milan-Empoli, il simpatico gruppetto, rinforzato da Caroline, la fidanzatina sedicenne, ha ad esempio approfittato di Pasqua e di Pasquetta per andare alla scoperta di Verona. In precedenza aveva visitato Venezia. «A me era piaciuta anche Lugano. Così ordinata, con il lago» confessa Riccardino, allargando il concetto di Italia alla Svizzera italiana. E la pittura? Anch’ essa affascina il giovane talento milanista che di recente, con molta discrezione, ha chiesto a chi scrive di poter acquistare l’ intera serie dei Classici dell’ arte, la collezione di monografie dedicate ai più grandi pittori della storia allegata al nostro quotidiano. Il Corriere della Sera gliene ha fatto volentieri omaggio. Con quel suo aspetto pulito, con gli occhialini da miope e lo sguardo gentile, l’ intellettuale Kakà passa per essere anche un sex-symbol. Dicono che Mariah Carey, la formosa pop star, un giorno, incrociandolo, abbia esclamato: «Ma è bellissimo!». «Io un sex-symbol? Mi viene da ridere. Io sono un calciatore e basta». Il Diavolo (Milan, ma non soltanto) e l’ acqua santa: questo è Riccardo e questo è il suo mondo lontano dal pallone. Uno degli idoli di Riccardo è infatti Gesù Cristo e uno dei suoi libri preferiti è la Bibbia. Quando era in Brasile Kakà si fece ricamare sulle scarpette bullonate la scritta «Deus è fiel», Dio è fedele: «Il mio rapporto con Dio è molto profondo. Dio è la mia guida e la mia salvezza. Quattro anni fa, scivolando in piscina, mi sono rotto una vertebra ed è stato Dio a salvarmi. Ed è lui che mi consente di essere quello che sono. Purtroppo oggi ognuno di noi vive come gli pare, non come vorrebbe Dio. Per questo leggo la Bibbia e prego: per non dimenticare cosa significa vivere nel segno di Dio. Quando segno un gol e alzo le mani al cielo è per ringraziare lui». Un ragazzo fuori dagli schemi, il nostro Riccardo, milanese brasiliano, affascinato dalla storia di Paolo Maldini, il suo capitano, milanese doc. «Con il Milan vorrei scrivere una storia importante, come quella che ha scritto Maldini». A Dio piacendo, magari ci riuscirà.

di: Alberto Costa
da: Il Corriere della sera
pagina: sport
data: 27 aprile 2004

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