Singolare ipotesi russa sul miracolo del Mar Rosso

By 21 Gennaio 2004Rassegna Stampa

Secondo uno studio russo, il miracolo dell’apertura del Mar Rosso davanti agli Ebrei in fuga dall’Egitto sarebbe dovuto a particolari condizioni naturali. Riportiamo l’articolo pubblicato su La Stampa in data 17 gennaio 2004.

STUDIO RUSSO
Mosè e il Mar Rosso «Ecco la prova»

Il popolo ebraico liberatosi dalla schiavitù in Egitto arriva sulle sponde del Mar Rosso, mentre l’esercito egiziano lo insegue. Di fronte allo smarrimento degli ebrei in fuga, Mosè li rassicura: «Vedrete cosa farà oggi il Signore per voi». E allora, narra la Bibbia, Dio fa levare un forte vento che spinge le acque del mare a Nord, permettendo così agli ebrei di passare. Gli egiziani, invece, annegano. È ciò che realmente avvenne, affermano due scienziati russi, anche se fu non per intervento divino, ma grazie a condizioni naturali eccezionali che ogni 50 mila anni aprono un vero e proprio passaggio terrestre attraverso il Golfo di Suez. Naum Volzinger e Aleksiei Androsov, idrooceanologi di San Pietroburgo, hanno scritto un articolo sull’organo dell’Accademia delle scienze. Secondo gli studiosi, nella parte settentrionale del Golfo di Suez, esiste una barriera, ora tagliata dal Canale e sommersa. Ai tempi di Mosè sarebbe stata più alta e quindi meno profonda. Grazie agli effetti di un forte vento (33 metri al secondo) e alla bassa marea, il livello dell’acqua sopra la barriera poteva calare in 9 ore sino a 20-25 centimetri, mentre la parte del golfo che collega questa alla riva si prosciugava completamente. Una volta calato il vento, il passaggio così formatosi, largo 2-3 chilometri, poteva restare aperto per circa 4 ore e lasciare quindi la possibilità agli ebrei di scappare.

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