Cristiano a tutto spiano

By 13 Settembre 2006Rassegna Stampa

MILANO – Il prete che confessa in strada e in spiaggia. I crocefissi in palestra fra i tapis roulant. Le prediche su internet, i gadget santi, gli sms religiosi… Le vie del Signore sono infinite. E sempre più hi-tech.

Cantano il rock più duro, vestono da fashion victim e vanno in palestra, smanettano in internet e coi telefonini. La sera, poi, si ritrovano al pub. Come Dio comanda. Perché, se le strade del Signore sono infinite, tanto vale percorrerle tutte. Dalla musica al fitness, passando per le magliette griffate “Gesù”, fino all’evangelizzazione in spiaggia: i cristiani militanti si convertono al pop, alle mode e ai gerghi giovanili.
“Oggi non mi scandalizzo se un ragazzo scrive sul suo cappellino “Gesù sei figo”. È abituato a dirlo della ragazza che gli piace, figuriamoci se non vale per Nostro Signore” sorride bonario Alberto Marsiglio, sacerdote impegnato con il gruppo milanese Pastorale universitaria.

Ma se il vocabolario fiorito è tollerato dalle gerarchie, sempre più spesso canali di comunicazione moderni, da internet ai telefonini, diffondono versetti biblici con la benedizione di chiese e comunità cristiane. Il sito www.pretionline.it è un portale di confidenze fra sacerdoti e fedeli, ma guai a chiamarle confessioni. Quotidiano e inderogabile è poi l’appuntamento con gli “sms da Dio”, un’iniziativa della comunità Sentinelle del mattino: 160 caratteri di pura Parola. Provare per credere.

I tempi sono maturi per il servizio di podcast Donboscoland per iTunes, fornito ancora dalle Sentinelle: programmi di ispirazione evangelica da scaricare sul proprio iPod e da ascoltare magari durante la corsa in scooter verso la palestra. Se poi il centro fitness è quello parrocchiale di Santa Maria del suffragio, aperto a Milano nel 1989 e appena rimesso a nuovo, le occasioni per incontrare oltre agli amici Cristo si moltiplicano.
Sono oltre 700 le persone che tonificano i loro bicipiti nella palestra sottostante la chiesa e gestita dall’associazione L’Arca. “Un’idea carina” secondo Stefania Belmondo, ex campionessa di sci. “Ma io sono una tradizionalista: penso al fisico in palestra e allo spirito in chiesa”.

Eppure, sul fatto che il Signore possa chiamare anche nei luoghi più improbabili contano i giovani delle comunità, da Nuovi orizzonti a Sentinelle del mattino, a Comunità delle beatitudini, che questa estate hanno fatto evangelizzazione in spiaggia, a Marina di Ragusa, a Riccione e sull’Isola d’Elba.
Veicoli di fede, i balli caraibici e le T-shirt che invitavano a dissetarsi in Cristo piuttosto che al chioschetto in riva al mare. “Nessun fanatismo”, puntualizza l’attrice Claudia Koll. “Testimoniare la fede in pubblico è parte del mandato di Cristo. E non dimentichiamo che quando sui discepoli di Gesù scese lo Spirito Santo, la gente li credette ubriachi di mosto”.

Dalla via di Damasco agli stadi dei concerti rock. La chiamata, infatti, può arrivare anche qui. Come è successo a Denny Hurst, 49 anni. “Ero al festival Explo ’72 a Dallas, in Texas. Fu quello il momento in cui toccai il Paradiso. Mi sono detto: se è successo a me…”.

Da quattro anni Denny organizza l’unico festival di Christian rock d’Italia: Rock on the Rock, in luglio sul Lago di Garda. “Dal 2006 ci sarà anche l’edizione invernale, l’8-9 dicembre a Roma” anticipa. Da tre anni anche la Chiesa valdese di Milano organizza un festival di musica e cinema cristiani; prossima edizione dal 16 al 18 novembre al Palalido di Milano (www.sabaothfestival.com).

E sono i fedeli milanesi del ministero Sabaoth a gestire il viatico più trendy alla fede: il pub cristiano Le Pecore (in via Fiori chiari), definito “l’ovile più cool della città”. Dopo le ferie estive, il locale ha appena riaperto anche in orari serali. “Il giovedì sera proponiamo musica gospel dal vivo” spiega Monica Cremaschi, ufficio stampa del pub. “E per gospel intendo musica di ispirazione evangelica, che sia jazz, rock, pop o hip hop”.

Anche se c’è chi tiene molto alle distinzioni tra musica di lode e musica solo ispirata dalla fede. Come Leonardo Cammi, che ha aperto un sito di rock-metal cristiano: “Il problema in Italia è che la musica confessionale viene concepita come pray-music e non musica da intrattenimento, con velleità commerciali”.
Così invece accade in Nord Europa e in America dove spopolano Pod, Antidemon e Mortification: gruppi prestati al mercato “secolare” e che non esitano a citare Gesù fra una distorsione di chitarra e un assolo di batteria.

Ma se le etichette discografiche di Christian Music americane hanno tanto successo da diventare bocconi ambiti per Emi e Sony, le band italiane in maggioranza si autoproducono. Come i milanesi Altripercorsi: “Nel ’95 ero alla Toronto airport vineyand church quando ho sentito la chiamata” racconta il chitarrista Tony De Crescenzo.
“Dovevo tornare in Italia e formare una band rock”. Primo pezzo originale partorito dal suo gruppo: Il diavolo non passerà, da cantarsi addobbati in stile metal. O meglio, white metal: perché se i testi sono agli antipodi rispetto al black metal dei colleghi, il look invece è identico: capelli lunghi, borchie e piercing senza parsimonia.

C’è anche chi fa del look un manifesto di fede, e pure senza lesinare glamour: dalle cinture alle T-shirt, per ogni taglia, per ogni gusto. Con richiamo esplicito, in loghi e disegni, ai più famosi brand di tendenza (come quello Coca-Cola che diventa Gesù-Cristo, su www.Xtomorfosis.it), o al motto “Kiss and bless” (bacia e benedici) scritto sulla cintura a mo’ di griffe (www.ocsabaoth.com).

di: Regina Erici
da: Panorama (www.panorama.it/italia/vaticano/articolo/ix1-A020001037862)
data: 12/9/2006

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