
ASTI – Dalla prima pagina del periodico astigiano “La nuova provincia” Enrico Baccella, responsabile della chiesa evangelica di via Parini ad Asti, esprime, in un’intervista, il suo parere sulle pratiche di medicina alternativa come il Reiki, «assolutamente incompatibili con i principi della fede cristiana».
«Le pratiche di medicina alternativa come il Reiki, nascondono ambiguità insidiose, che possono provocare effetti negativi e pericolosi. Inoltre, come tutte le discipline che hanno radici nelle filosofie orientali, sono assolutamente incompatibili con i principi della fede cristiana». A mettere in guardia dall’approccio a questo genere di terapie alternative è Enrico Baccella, membro responsabile della Chiesa Cristiana Evangelica di via Parini.
Il suo intervento fa eco alla presa di posizione del cappellano dell’ospedale di Asti, don Claudio Sganga, contro l’introduzione, dalla scorsa estate, dei trattamenti Reiki nel reparto di Oncologia, di cui è primario il dottor Franco Testore, per verificare scientificamente il loro impatto sui malati di tumore (ad oggi sono sedici quelli che hanno iniziato la sperimentazione).
Nello specifico, si tratta di un presunto metodo di guarigione olistico (che interessa cioè spirito, corpo e mente), di origine giapponese, basato sull’invocazione di energie cosmiche, ritenute sananti, attraverso l’imposizione delle mani in determinate parti del corpo, provocando così vibrazioni e calore dal presunto potere terapeutico e rilassante.
Quali pericoli si nascondono dietro queste pratiche? «Secondo diversi approfondimenti in materia, consultabili in internet, dopo una sensazione iniziale di apparente beneficio, che a volte risulta preceduta da un senso peggiorativo del proprio stato, possono manifestarsi scompensi psicologici e della personalità, che nei casi peggiori degenerano in una sorta di “dipendenza” e addirittura in forme di plagio. Sovente i praticanti sono spinti ad approfondire la conoscenza di queste tecniche all’interno di associazioni che presentano caratteristiche simili a quelle delle sette. Questo meccanismo è alla base di molti inganni. Inoltre, possono determinare un allontanamento dalle cure tradizionali. Non da ultimo, i corsi intrapresi in certe sedi hanno sovente costi elevatissimi. In particolare, so di una persona che sta subendo conseguenze drammatiche per il coinvolgimento di un familiare in un percorso di questo tipo».
Dal punto di vista religioso, in quali insidie incorrono i cristiani? «Il rischio è quello di allontanarsi dalla fede e di addentrarsi in realtà occulte che sfuggono al controllo dell’uomo. Infatti, secondo le Sacre Scritture tutte le pratiche che prescindono da Dio, come quelle derivanti dalle filosofie orientali, indipendentemente da come si presentano, annullano la relazione tra Dio e l’uomo, inducendo i praticanti a credere di bastare a se stessi in nome di una pseudo onnipotenza umana».
Per quale motivo si ricorre a queste discipline? «Solitamente, perché si vive un momento particolarmente drammatico della propria esistenza, legato ad un malessere psicologico, spirituale o ad una malattia, senza riuscire a trovare nella religione una risposta ai propri problemi. Inoltre, gioca un ruolo importante l’ignoranza sull’origine e la natura di queste tecniche».
Qual è l’alternativa religiosa a questo genere di pratiche? «La comprensione e la ricerca della fede».
In che modo? «Credere che quello che Dio dice è vero e riconoscendo che solo in Cristo Gesù c’è salvezza e guarigione eterna, anche se non sempre terrena. In altre parole, chi vive la fede in Dio non ha bisogno di affidarsi ad altre dottrine. Personalmente ho sperimentato la forza della relazione tra Dio e l’uomo proprio durante la malattia di mia moglie Bianca, colpita dal cancro e scomparsa nel 2005. In sua memoria, ho scritto un libro, intitolato “Perché non a me?”, in cui invito le persone a riflettere sul modo di rapportarsi con la malattia, la sofferenza e la morte».
Perché ha scelto questo titolo? «È una frase pronunciata da mia moglie: con quelle parole ha voluto dirmi che la sofferenza non fa preferenze e che Dio non abbandona chi ha fede in Lui, proprio attraverso il pe4rcorso e le circostanze di vita che permette».
da: La nuova provincia
data: 4 marzo 2008