Evangelici in piazza per il Family Act

By 15 Novembre 2014Rassegna Stampa

ROMA – Una delegazione dell’Alleanza evangelica italiana, guidata da Stefano Bogliolo, partecipa oggi pomeriggio nella Capitale al Family Act, manifestazione “per la vita e per la famiglia” organizzata dal Nuovo Centrodestra.
Il quotidiano Avvenire ha chiesto a Bogliolo la posizione evangelica sul tema.

Non è la prima volta che aderite a queste manifestazioni…
Siamo stati presenti anche al Family Day. Sono molte le ragioni che ci spingono a essere presenti anche al #familyAct. Crediamo sia necessario contrastare come cristiani ed evangelici gli attacchi alla famiglia e alla vita. Il nostro compito è risvegliare le coscienze alla luce del Vangelo.

E come?
Prima di tutto preciso che riconosciamo un solo modello di famiglia, quella naturale, monogamica ed eterosessuale, come nucleo della società. Ogni altro modello esula da qualsiasi principio e insegnamento cristiano, sia storico sia teologico. Basti pensare che il modello di ‘famiglia cristiana’ è stato la grande novità dei primi secoli della Chiesa.

Non si corre il rischio di venire strumentalizzati?
Ci viene offerta l’opportunità di affermare i valori della famiglia e della vita. Il nostro auspicio è che qualcosa possa cambiare. Anche nei confronti degli omosessuali: questo tema va affrontato con molta chiarezza, ma con comprensione e amore. Non serve a nessuno usare toni rabbiosi. Tutti sono liberi di vivere la loro relazione affettiva come meglio credono, anche con persone dello stesso sesso, ma chiederne il riconoscimento legislativo è molto rischioso perché attribuirebbe valore sociale a rapporti che devono essere mantenuti solo sul piano dei ‘diritti individuali’. D’altro canto la legge non può metterci un bavaglio ed essere liberticida: chi ha cuore le sorti della famiglia e della vita deve essere presente a manifestazioni del genere. […]

Che si aspetta dalla manifestazione di Piazza Farnese?
Riconosciamo i diritti civili a tutti, così come sono abbondantemente sanciti nella Costituzione, ma non possiamo pensare a una famiglia diversa da quella che Dio ha costituito. Sarebbe un altro soggetto e allora bisognerebbe chiamarlo con un altro nome. Dobbiamo alzare la voce per aiutare la società a capire che si va verso una direzione pericolosa.

di: Maurizio Carucci
da: Avvenire (articolo completo)
data: 14/11/2014

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